Gustavo Botta nacque a Milano nel 1880 e morì a Ternate nel 1948. Autore di saggi, poesie e prose, Botta fu un personaggio eccentrico e particolarissimo. Appassionato di pittura, fu critico d'arte; le sue prose e i suoi versi comparvero sulle riviste d'inizio Novecento, ma non pubblicò mai libri in vita. Nelle poesie edite in volume dopo la sua morte, è facile intuire che il Botta fosse un devoto seguace del simbolismo. Fu molto stimato da Gian Pietro Lucini, che nell'imponente saggio Il Verso Libero (1908) ne parla così:
«Autocritico, severo, corretto, estimatore di gusto, va regalando rarissime prose e più scarse poesie ai giornali, ma si rifiuta dall'opera grande. Tuttora incalza il suo pensiero, ripolisce la sua forma, eccessivamente incontentabile; ma quanto dignitoso è il suo silenzio e più nobile la sua avarizia! Sa dove risieda probità nell'arte, rispetto a sè medesimo; e condanna i tentativi ingiustificati come altrettanti attentati al proprio buon nome, obbligo che noi tutti dobbiamo verso le lettere patrie ed al buon senso italiano».
«Autocritico, severo, corretto, estimatore di gusto, va regalando rarissime prose e più scarse poesie ai giornali, ma si rifiuta dall'opera grande. Tuttora incalza il suo pensiero, ripolisce la sua forma, eccessivamente incontentabile; ma quanto dignitoso è il suo silenzio e più nobile la sua avarizia! Sa dove risieda probità nell'arte, rispetto a sè medesimo; e condanna i tentativi ingiustificati come altrettanti attentati al proprio buon nome, obbligo che noi tutti dobbiamo verso le lettere patrie ed al buon senso italiano».
Opere poetiche
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Presenze in antologie
"L'antologia dei poeti italiani dell'ultimo secolo", a cura di Giuseppe Ravegnani e Giovanni Titta Rosa, Martello, Milano 1963 (pp. 279-283).
"Poeti simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1967-1972 (vol. I, pp. 25-28; vol. II, pp. 34-36; vol. III, pp. 29-30).
"Dal simbolismo al déco", a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino 1981 (Tomo primo, pp. 111-114).
Testi
NEL SOGNO
Nel sogno che sognai
c'erano donne tristi e liete
c'erano fate mansuete
c'erano gli amati volumi
e c'erano densi profumi
che disfacèvansi nell'aria.
C'era una riva solitaria
già tutta stellata di lumi
nella languida sera
violetta, ma c'era
la sventura nera
ambigua e varia,
che non mi lascia mai,
la sventura la sventura ereditaria
nel sogno ch'io sognai.
(da "Alcuni scritti")
Grazie di aver postato questa bella poesia.il penultimo verso che contiene la ripetizione "la sventura, la sventura ereditaria" ha moltissimo il sapore di Dino campana. Il volume "Alcuni scritti" é composto interamente da poesie?
RispondiEliminaGrazie a lei per l'intervento. Il volume "Alcuni scritti" contiene le seguenti sezioni: un saggio di Francesco flora sull'opera poetica di Botta; le poesie edite e inedite; i poemetti in prosa; la traduzione della prosa: "Il centauro" di Maurice de Guérin; la commemorazione del pittore Emilio Gola.
RispondiEliminagrazie.
RispondiEliminaLe segnalo questo sito (nel caso non lo conoscesse) che può essere di suo interesse.
Come vede, sono state digitalizzate e disponibili per il download tutti i numeri di questa rivista del novecento intitolata "Poesia" che contiene moltissimi componimenti interessanti di autori italiani e stranieri:
http://bluemountain.princeton.edu/bluemtn/cgi-bin/bluemtn?a=cl&cl=CL1&sp=bmtnaai&e=-------en-20--1--txt-txIN-------
La ringrazio vivamente per la utile segnalazione e, a mia volta, le segnalo un altro sito dove è possibile consultare un discreto numero di riviste letterarie italiane del XX secolo. L'indirizzo è il seguente: http://circe.lett.unitn.it/main_page.html
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