Se è vero che, parlando in generale, nell'arte l'alba ha avuto spesso il significato di una rinascita spirituale, nella poesia decadente e simbolista italiana ciò non sempre equivale a realtà; analizzando alcune poesie sull'argomento, ecco per esempio "Alba festiva" di Giovanni Pascoli, dove il poeta descrive il suono di più campane che, a seconda del loro timbro, vogliono simboleggiare la fede, il desiderio e la morte. Piena di simboli oscuri è "La visitazione" di Gabriele D'Annunzio. In "Su l'alba" di Alessandro Giribaldi ci sono messaggi misteriosi e visioni; in una poesia di Italo Dalmatico si parla di uomini che osservano la luce dell'alba con speranza e riverenza. In "Alba d'inverno" di Antonino Anile c'è un paesaggio spettrale che suscita pensieri sinistri e funerei. Triste è infine l'atmosfera di "Un riso nell'alba" di Guelfo Civinini dove i malati agonizzanti, sul fare dell'alba, hanno una illusoria speranza di guarigione.
Poesie sull'argomento
Antonino Anile: "Alba d'inverno" in "Poesie" (1921).
Enrico Cavacchioli: "All'alba" in "Le ranocchie turchine" (1909).
Giovanni Alfredo Cesareo: "Alba lunare" in "Poesie" (1912).
Guelfo Civinini: "Un riso nell'alba" in "I sentieri e le nuvole" (1911).
Gabriele D'Annunzio: "La visitazione" in "L'Isotteo. La Chimera" (1890).
Italo Dalmatico: "Alba. E si spera..." in "Juvenilia" (1903).
Luisa Giaconi: "L'alba" in "Tebaide" (1909).
Cosimo Giorgieri Contri: "Alba montana" in "Primavere del desiderio e dell'oblio" (1903).
Alessandro Giribaldi: "Su l'alba" in "I canti del prigioniero e altre liriche" (1940).
Corrado Govoni: "L'alba" e "Alba" in "Gli aborti" (1907).
Tito Marrone: "Alba" in "Cesellature" (1899).
Fausto Maria Martini: "Consiglio dell'alba" in "Poesie provinciali" (1910).
Pietro Mastri: "L'alba, una vasta ondata" in "L'arcobaleno" (1900).
Nino Oxilia: "Alba che sorgi, salute!..." in "Canti brevi" (1909).
Enrico Panzacchi: "Sub galli cantum" in "Poesie" (1908).
Giovanni Pascoli: "Alba festiva" in "Myricae" (1900).
Alice Schanzer: "Alba in Valdarno" in "Motivi e canti" (1901).
Diego Valeri: "Alba" in "Crisalide" (1919).
Alessandro Varaldo: "L'alba" in "Marine liguri" (1898).
Giuseppe Villaroel: "Elegia del Risveglio" in "La tavolozza e l'oboe" (1918).
Testi
SU L'ALBA
Stanotte – su l'alba – dormivo
una fiorita di sogni...
Un sonno leggero; e sentivo
battere su la finestra.
Chi batte? Chi batte? Sei tu?
Sei tu, mia pensosa?
Sei tu (le tue dita di rosa?)
che vieni a trovarmi quassù?
Discesi - con gli occhi nel sogno –
dal letto, cercando su i vetri
l'amore... e il tuo volto.
Non c'eri. Mi posi in ascolto.
Ancora? Chi batte? Non c'eri...
Ma c'era un verdone, sperduto
anch'esso nell'ombra. – Che cerchi?
Rispose: ti porto un saluto.
Ti porto un sospiro, da lungi,
ti porto una lacrima, un bacio.
La vidi: guardava sul mare...
diceva: non giungi, non giungi?
(Da "I canti del prigioniero e altre liriche" di Alessandro Giribaldi)
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