«Muoion tutti gli uccelli» pensava Luca soffiandosi sulla punta delle dita.
Aveva nevicato due volte; due volte la neve era stata gettata nel canale gonfio e lutulento dalle squallide rive; ma i cortili incassati nelle muraglie, privi sempre di sole, come il cortile di Luca, sarebbero rimasti chiazzati e sudici di neve per qualche mese ancora, fin verso pasqua e primavera. Passavano di continuo carri irti di lastre di ghiaccio, diretti alle principali conserve che ne facevan provvista per l'estate giacché l'acqua dei fossi gelava ormai tutte le notti.
(Marino Moretti, "In verso e in prosa", Mondadori, Milano 1987, da "I puri di cuore" - p. 465)
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