venerdì 10 febbraio 2012

Poeti dimenticati: Giovanni Croce


Piatto anteriore di "L'anima di Torino"

Giovanni Croce nacque a Torino nel 1889 e vi morì nel 1911. Nella sua breve vita fece in tempo a pubblicare due raccolte di versi in cui si ritrovano quelle caratteristiche tipiche di certa poesia primonovecentesca di autori piemontesi quali Gozzano e Chiaves, dove l'ironia e un senso vago di malinconia predominano sul resto. Pregevole è soprattutto il secondo libro di versi del Croce: "L'anima di Torino", uscito pochi mesi prima della sua precoce scomparsa. Postume furono edite, a cura di Sandro Camasio e Nino Oxilia, le novelle dello scrittore torinese: "Il più dolce peccato" (1912).
 


Opere poetiche

"Sul limite della luce", Tip. Sella e Guala, Torino 1908.
"L'anima di Torino", Quintieri, Milano 1911.
 


Presenze in antologie


"Poeti simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1967-1972 (vol. I, p. 71).
"Torino Art Nouveau e Crepuscolare", a cura di Roberto Rossi Precerutti, Crocetti, Milano 2006 (pp. 130-134).
"Poeti per Torino", a cura di Roberto Rossi Precerutti, Viennepierre, Milano 2008 (104-107).
 


Testi


A MESSA

- Oremus - dice il prete da l'altare.
Ma le donne ciangottano discrete.
- Guarda la tale! - C'è anche un militare! -
- Ho giocato tre numeri, sapete? -

- Sanctus, Sanctus, Sanctus - continua il prete.
Ma le donne continuano a ciarlare.
- La novena di Maggio... - Ci credete?... -
- La ragazza fa presto a innamorare... -

Piccole risa corrono fra i banchi;
s'agitan veli, cuffie, falbalà
alcuni rossi, molti neri e bianchi.

Ed ecco: - Ite, missa est! - Un gran brusìo
di gente che segnandosi sen va
certa d'aver santificato Iddio.

(Da "L'anima di Torino")

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