venerdì 29 gennaio 2016

Le fontane nella poesia italiana decadente e simbolista

Le fontane nella quasi totalità dei casi simboleggiano la vita nelle sue più importanti espressioni: fecondità, giovinezza, rinnovamento. I versi di tantissimi poeti orbitanti intorno alla corrente simbolista-decadente-crepuscolare si popolarono di fonti, fontanelle e fontane, delle volte anche in modo parodico (si legga ad esempio "La fontana malata" di Aldo Palazzeschi); in queste composizioni, assai spesso, le fontane si trovano in giardini o parchi pieni di muffe, foglie morte ed erbe infestanti, e sono disseccate; il significato di questo contesto, ovviamente, riflette uno stato di profondo malessere e di un'accentuata depressione malinconica: i poeti mostrano in questo modo di non aver più alcuno slancio vitale e di essere immersi in una desolante tristezza senza via d'uscita.



Poesie sull'argomento

Diego Angeli: "A una fonte" in "L'Oratorio d'Amore" (1904).
Umberto Bottone: "A una fontana" in "Lumi d'argento" (1906).
Giuliano Donati Pétteni: "Similitudine" in "Intimità" (1926).
Alfredo Galletti: "Fonte montana" in "Odi ed elegie" (1903).
Corrado Govoni: "La fontana" in "Le Fiale" (1903).
Arturo Graf: "La fontana di gioventù" in "Medusa" (1990).
Arturo Graf: "Picciola fonte" in "Morgana" (1901).
Arturo Graf: "Fonte romantico" in "Le Danaidi" (1905).
Giuseppe Lipparini: "Sonetto alla ottava" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)" (1916).
Gian Pietro Lucini: "Di «Una Fontana»" in "Le Antitesi e le Perversità" (1971).
Pietro Mastri: "Le acacie della fonte" in "L'arcobaleno" (1900).
Arturo Onofri: "Le fontane" in "Poemi tragici" (1908).
Angiolo Orvieto: "La fonte" in "La primavera della cornamusa" (1925).
Aldo Palazzeschi: "La fonte del bene" in "I cavalli bianchi" (1905).
Guido Vitali: "Fontana solitaria" in "Voci di cose e d'uomini" (1906).



Testi

A UNA FONTE
di Diego Angeli

Fontana muta nel misterioso
bosco di questa gran villa che appare
chiusa nell'imminente albor lunare
come la viva immagin del riposo.

Tu vedesti il suo bel volto pensoso
su te piegarsi in atto di ascoltare
se mai dal fondo di tue linfe chiare
giungesse l'eco d'un singulto ascoso.

Non mai credo Aretusa un più profondo
dolore espresse, allor che tra la verde
erba svanì del dolce amante in traccia!

Ma io chino su te, cerco nel fondo
bacino ove l'opaca ombra si perde
se ancor vi arrida la sua bianca faccia.

(Da "L'Oratorio d'Amore", 1904)





A UNA FONTANA
di Umberto Bottone (Auro d'Alba)

Sempre la stessa, eterna litania,
sempre le gemme d'auro e d'argento
rutilanti una vecchia melodia.

O fontana di perla, o incantamento
di linfe piorne di tra bianche spume
ne l'alveo dolcemente sonnolento.

Nel mio piccolo cuor piange ogni lume
di vita, io vado sotto la carezza
del ciel: mi porta non so più qual fiume...

Fontanella di rose, o tenerezza
notturna, che il mio cuore imparadisa,
che non si muore, dimmi, di tristezza?

Oh, morir fra le tue perlucce, in guisa
d'esser baciato da le cristalline
onde che in cielo ogni diamante fisa!

Morire fra le braccia de le ondine
voluttuosamente, in una sera
di maggio, fra ghirlande turchesine,

e sognare una morta primavera;
gloria d'un cielo che ora invano agogno,
al lume incerto di pallente cera:
nato pel sogno, morto per il sogno!


(Da "Lumi d'argento", 1906)


Arnold Böcklin, "Nymph by the fountain"