mercoledì 21 marzo 2012

Spariranno anche le rondini

Cantavano bensì gli andati
uomini del mio borgo.
Ed era il tempo dei galli e dei cavalli
e di altro che non è
o non sarà tra un breve
volgere di anni mai più
su questa terra. Un riccio
più non lo vedi che raro tra le siepi
ultime, e il cùculo
sempre più lungi il suo canto riporta
addentro i boschi morenti, e verrà
tempo che in cielo non saranno più le rondini
del buon Francesco.
                            Così
il cuore ancora si diceva l'altra notte
seguendo il mesto tramontare della luna
laddove il canto popolano più non era.
 
 
 
Esiste un detto popolare che recita così: «A San Benedetto una rondine sotto il tetto»; ebbene San Benedetto è proprio oggi, ventuno di marzo, e di rondini sotto i tetti non se ne vedono, così come non se ne vedevano un anno fa. Ho sentito una recente notizia che affermava la significativa diminuzione del numero di rondini che, ogni anno, all'arrivo della stagione primaverile, tornano a popolare i nostri cieli. Ecco quindi dimostrato che il grande poeta Umberto Bellintani, quando, nei lontani anni sessanta scrisse questa poesia, aveva ragione. Il suo presentimento era avallato dai sostanziali, graduali cambiamenti del paesaggio a cui aveva assistito lungo gli anni dell'industrializzazione. La conseguenza di questi mutamenti fu ed è un aumento di sostanze inquinanti presenti sia nell'aria che nella terra, e una netta diminuzione degli spazi vitali per la flora e la fauna che occupavano a ragione il territorio e che nessuno considera. Se, magari non oggi, ma fra un po' di giorni, vedremo ancora delle rondini nel cielo, dobbiamo essere consapevoli che non sarà ancora per molto, perché presto spariranno, così come non ci saranno più tante altre cose belle che potevano allietare la nostra vista e la nostra vita, a vantaggio di un bieco consumismo e di un vuoto materialismo che detta legge e non rispetta la vita degli abitanti del pianeta.
"Spariranno anche le rondini" fu pubblicata dal poeta lombardo Umberto Bellintani nella raccolta "E tu che m'ascolti", uscita nel 1963. La si trova anche nel volume intitolato "Nella grande pianura" del 1998, che comprende la maggior parte dei versi di Bellintani.


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