Odor di verde –
mia infanzia perduta –
quando m'inorgoglivo
dei miei ginocchi segnati–
strappavo inutilmente
i fiori, l'erba in riva ai sentieri,
poi li buttavo –
m'ingombran le mani –
mia infanzia perduta –
quando m'inorgoglivo
dei miei ginocchi segnati–
strappavo inutilmente
i fiori, l'erba in riva ai sentieri,
poi li buttavo –
m'ingombran le mani –
odor di boschi d'agosto – al meriggio –
quando si rompono col viso acceso
le ragnatele –
guadando i ruscelli il sasso schizza
il piede affonda
penetra il gelo fin dentro i polsi –
il sole, il sole
sul collo nudo –
la luce che imbiondisce i capelli –
odor di terra,
mia infanzia perduta.
quando si rompono col viso acceso
le ragnatele –
guadando i ruscelli il sasso schizza
il piede affonda
penetra il gelo fin dentro i polsi –
il sole, il sole
sul collo nudo –
la luce che imbiondisce i capelli –
odor di terra,
mia infanzia perduta.
Pasturo, agosto 1934
La poesia di Antonia Pozzi sopra riportata uscì per la prima volta nel volumetto "La giovinezza che non trova scampo", edito da Scheiwiller in Milano nel 1995. Della Pozzi, sono qui presenti sette poesie inedite che successivamente sono confluite nel volume che raccoglie l'intero corpus poetico della scrittrice lombarda, intitolato "Parole" ed edito dalla Garzanti. In "Odor di verde" si nota, come s'intuisce già nel titolo, una trascrizione delle sensazioni olfattive provate dalla poetessa in un giorno estivo e che la riportano a vivere l'infanzia perduta, ritrovando, oltre agli odori di allora, anche le immagini care dei luoghi dove aveva vissuto: paesaggi montani incontaminati e di una bellezza rara che si possono osservare nella stagione estiva a Pasturo, in provincia di Lecco. Proprio in questa località, all'interno di un piccolo camposanto, c'è la tomba di Antonia Pozzi.
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