Il mandorlo è fiorito,
Ed io nulla ho sentito
Nulla ho veduto!
S'è guernito e colorato
D'un diadema di stelle d'argento,
Tutta notte ha lavorato
E su l'alba splendeva contento:
Ed ora le sue stelle le dà al vento:
La ghirlandetta fragile e superba
La sparpaglia su l'erba
Del fresco prato!
Il miracolo è compiuto,
Ma io nulla ho veduto
Nulla ho sentito!
Che cosa è dunque accaduto?
Dov'era questo povero cuore assorto,
Dov'era questo povero cuore muto
Se il mandorlo è fiorito
Ed esso di nulla s'è accorto?
"Ohimè che cosa è accaduto" è il titolo di una poesia di Angiolo Silvio Novaro, compresa nella raccolta "Il piccolo Orfeo" (1929). In una notte mite di fine inverno un mandorlo situato nelle vicinanze della casa del poeta, è fiorito. Il poeta si è accorto dell'evento soltanto a giorno fatto e si rammarica di non aver potuto assistere al fatto miracoloso che simboleggia il perpetuo e strabiliante rinascere della forza vitale. È una poesia semplice, che tanti anni or sono veniva spesso inserita in antologie scolastiche; il Novaro in questi versi, come anche in altri della medesima raccolta, mostra la sua affezione per la poetica pascoliana delle "Myricae" e dei "Canti di Castelvecchio".
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