"La pubblicità è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti".
Questo pensiero di George Orwell non avrebbe bisogno di commenti tanto è eloquente; quante volte si è detto: "La pubblicità è l'anima del commercio", sarà anche così ma la sua invadenza penso abbia superato ogni limite. Ammesso che sia giusta la sua presenza non si capisce il motivo per cui debba essere inserita scriteriatamente in trasmissioni della TV, film, quotidiani, riviste e altro ancora. Ricordo la presa di posizione di alcuni grandi registi del nostro cinema quando, anni fa, gli spot pubblicitari venivano inseriti in modo massiccio all'interno di capolavori durante la loro mesa in onda: semplicemente scandaloso. E ricordo ancora di più i giornalini dei miei fumetti preferiti che comperavo da ragazzo, gradualmente essere letteralmente invasi dalle inserzioni pubblicitarie, tanto che alla fine trovavo più pagine commerciali che strisce di fumetti: vergognoso. Anche nello sport la pubblicità ha lentamente invaso il palcoscenico, basti pensare che una volta (e lo ricordo anch'io) era vietato qualsiasi tipo di pubblicità sulle casacche dei calciatori. Insomma con la scusa che la pubblicità produce ricchezza e migliora l'economia ce la propinano in gran quantità rendendocela nauseante.
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