mercoledì 30 maggio 2012

I poeti della "Scuola romana"

Chi ricorda, oggi, i poeti della Scuola romana dell'Ottocento? Se non nessuno, certo pochissimi. Eppure rileggendo le loro poesie mi sembra che non siano affatto da buttare; molti idilli dei fratelli Maccari, di Castagnola, di Gnoli e di qualche altro poeta dimenticato, non solo sono ancor oggi leggibilissime, ma trovo che siano di buono (se non ottimo) livello e che meritino di essere incluse nel meglio della produzione poetica italiana del XIX secolo.
La Scuola romana nacque all'incirca nel 1850 e si protrasse per una ventina di anni; come fa intendere la denominazione, tale scuola ebbe come sede Roma, dove alcuni intellettuali amavano ritrovarsi in luoghi come il Caffè Nuovo e il Caffè Greco. Durante le loro piacevoli riunioni si sviluppò l'idea di rinnovare la lirica italiana, troppo legata, secondo loro, ad un accademismo ormai logoro. Misero al bando perciò il Romanticismo e posero come punto di riferimento principale i poeti che nel lontano passato diedero più lustro alle nostre lettere, compresi tra il Petrarca ed il Poliziano; ma non esclusero la lirica di Giacomo Leopardi, soprattutto quella scaturita dalla sua vena più idilliaca. Nel contempo, alcuni dei poeti romani, introdussero nei loro versi alcuni elementi che potremmo definire realismo descrittivo e che, per certi versi, li portarono ad essere gli anticipatori di certa poesia posteriore.
Sui poeti della Scuola romana furono pubblicate due antologie: la prima, realizzata da uno di essi: Domenico Gnoli, s'intitola "I Poeti della Scuola (1850-1870)" e uscì nel 1913. La seconda, curata dal critico Ferruccio Ulivi, è "I poeti della scuola romana dell'Ottocento" e fu data alle stampe nel 1964. Da non trascurare anche il terzo volume della ricca antologia di Ettore Janni "I poeti minori dell'Ottocento", dove è dato largo spazio a molti componenti della scuola.
Ecco al dunque una breve bio-bibliografia dei poeti della Scuola romana.
 
 
GIUSEPPE BUSTELLI (Civitavecchia 1832 - Viterbo 1909)
Liberale, estimatore dell'Alfieri, frequentò i poeti della Scuola romana sporadicamente. Le sue liriche denotano un patriottismo sincero ed una intensa passionalità.
Opere poetiche: Canti nazionali (1859), Canti nazionali satire ed altri versi (1864).
 
AUGUSTO CAROSELLI (Roma 1853 - ivi 1899)
Amico intimo di Lodovico Parini e di Giambattista Maccari, scrisse versi d'imitazione petrarchesca. Fu anche traduttore e drammaturgo.
Opere poetiche: Versi (1870).
 
PAOLO EMILIO CASTAGNOLA (Roma 1825 - ivi 1898)
Studiò in seminario ma ne uscì ben presto dedicandosi assiduamente alla letteratura. Scrisse opere teatrali e poesie divenendo uno dei più convinti promotori della della Scuola romana, come dimostrano alcuni saggi suoi che pubblicò sulla "Rassegna Nazionale". I suoi versi denotano un classicismo popolareggiante e una vaga spiritualità.
Opere poetiche: Versi (1854), Concento (1855), Nuove poesie (1867), Poesie (1882).
 
LUIGI CELLI (Roma 1825 - ivi 1870)
Fu eccellente avvocato fino alla precoce morte dovuta alla tisi. I suoi versi, pubblicati poco tempo prima della sua dipartita, mostrano accenti macabri che in parte ricordano alcune cose di Baudelaire e di Stecchetti.
Opere poetiche: Versi (1870).
 
IGNAZIO CIAMPI (Roma 1824 - ivi 1880)
Fu avvocato, maggistrato e storiografo. Si interessò di letteratura scrivendo commedie, novelle e versi. Questi ultimi risentono di un classicismo non privo di toni umoristici.
Opere poetiche: Nuove poesie (1861), Nuovi poemetti (1871), Poesie (1880).
 
PIETRO COSSA (Roma 1830 - Livorno 1881)
Dopo alcuni anni d'insegnamento ed un periodo d'esilio dovuto alle sue idee troppo liberali, Cossa cominciò a concentrarsi sulla stesura di opere teatrali, ne scaturirono numerosi drammi storici che lo resero famoso in Italia. Fu anche frequentatore dei poeti della Scuola romana e autore di versi che ricordano molto sia alcuni idilli leopardiani, sia i soggetti storici della poesia del secondo romanticismo italiano.
Opere poetiche: Poesie liriche (1876), Poesie liriche inedite (1886).
 
ELENA GNOLI (? - ?)
Scrisse dei versi soltanto per un'esigenza interiore e per un bisogno intrinseco di esternare le sofferenze mentali e fisiche dovute alla lunga malattia che lentamente la uccise. Fu il fratello Domenco a rendere note le sue esili poesie pubblicandole nell'antologia "I Poeti della Scuola romana (1850-1870)".
 
DOMENICO GNOLI (Roma 1838 - ivi 1915)
Fu poeta eclettico, che seppe rinnovarsi e trasformarsi attraverso gli anni fino a diventare l'iniziatore di un nuovo fare poetico agli albori del XX secolo. Pubblicò alcuni volumi di versi usando degli pseudonimi. La sua adesione alla Scuola romana è documentata nel libro "Versi di Dario Gaddi", uscito nel 1870, e che possiede quelle peculiarità comuni agli altri poeti di detta scuola, ovvero una simpatia per i trecentisti e per la lirica leopardiana.
 
TERESA GNOLI (Roma 1833 - ivi 1886)
Sorella di Domenico e di Elena, cominciò a scrivere versi già a dieci anni. Nelle sue poesie, pubblicate in modo disomogeneo e mai raccolte in volume, si percepisce una rara sincerità di sentimento, mentre non c'è traccia di elementi che le possano ricondurre a scuole o tendenze di sorta.
 
LUIGI LEZZANI (Roma 1821 - ivi 1861)
Personaggio eccentrico e dalle caratteristiche romantiche, scrisse poche poesie classicheggianti, che molto attingevano dalla migliore tradizione letteraria italiana del lontano passato. Si suicidò compiuti i quarant'anni.
Opere poetiche: Poesie e lettere (1862).
 
GIAMBATTISTA MACCARI (Frosinone 1832 - Roma 1868)
Laureatosi in giurisprudenza, iniziò a lavorare a Roma, ma senza riuscire a tirarsi fuori da una povertà che coinvolgeva l'intera famiglia (aveva cinque fratelli) e che ricadde per intero sulle sue fragili spalle. Malato, avvilito da troppi lutti (dopo i genitori gli morirono anche due fratelli minori), Giambattista Macari si spense a soli trentasei anni dopo una vita di stenti e sofferenze. Poeticamente rappresenta il livello più alto raggiunto dalla Scuola romana. I suoi versi posseggono elementi che molto ricordano il miglior Leopardi.
Opere poetiche: Poesie (1856), Nuove poesie (1869).
 
GIUSEPPE MACCARI (Frosinone 1840 - Roma 1867)
Fratello di Giambattista, fu un appassionato studioso di letteratura greca e della poesia di Giacomo Leopardi; ciò è dimostrato anche dai suoi versi: semplici e limpidi, in cui spicca una preferenza per la descrizione di paesaggi con l'uso di modalità poetiche ritrovaabili nei grandi idilli leopardiani. Malato, morì a soli ventisette anni.
Opere poetiche: Poesie (1865), Poesie e lettere (1867).
 
CARLOTTA MARCUCCI (? - ?)
Moglie di Lodovico Parini, pubblicò i suoi versi insieme a quelli del marito scomparso da circa un anno. Fu attratta dalla poesia petrarchesca e, più in generale, dai grandi classici italiani.
Opere poetiche: Poesie (con Lodovico Parini, 1869).
 
ACHILLE MONTI (Roma 1825 - ivi 1879)
Figlio del pittore Giovanni che a sua volta era nipote del letterato Vincenzo, fu poeta classicista e pariniano. Nelle sue odi e nei suoi sonetti si riflette spesso un profondo rimpianto per un passato migliore del presente.
Opere poetiche: Odi (1856), Scritti in prosa ed in versi (1885).
 
FABIO NANNARELLI (Roma 1825 - Corneto Tarquinia 1894)
Liberale, combattè a favore della Repubblica romana. Fu precettore in casa Ruspoli e poi insegnante all'Accademia scientifica e letteraria di Milano. Come poeta si ispirò al Leopardi e ai trecentisti.
Opere poetiche: Poesie (1853), Nuove poesie (1856).
 
ETTORE NOVELLI (Velletri 1822 - ivi 1900)
Poeta di vena satirica e patriottica, attirò l'attenzione del Carducci, che ne lodò la ricchezza della lingua. I suoi versi posseggono anche larghe tracce di classicità e di un anticlericalismo portato a livelli di sguaiatezza.
Opere poetiche: Mnasylus (1880), Cromi (1881), Egle: La naiade e i satiri (1894).
 
LODOVICO PARINI (Roma 1838 - ivi 1868)
Studente, frequentò le lezioni di Luigi Maria Rezzi e conobbe, passando spesso per il "Caffé Nuovo", alcuni tra i poeti della Scuola romana. Pubblicò un solo volume di poesie insieme alla compagna Carlotta Marcucci, dove traspare la sua predilezione per i classici italiani del Trecento.
Opere poetiche: Poesie ( con Carlotta Marcucci, 1869).
 
GIOVANNI TORLONIA (Roma 1831 - ivi 1858)
Viaggiò molto attraverso l'Europa acquisendo un'educazione aperta e una cultura particolarmente varia e approfondita. Amò studiare e praticare discipline assai diverse tra loro. S'interessò anche di poesia, stringendo amicizie coi poeti della Scuola romana e scrivendo dei versi che, seppure s'inseriscano nelle modalità della Scuola, mostrano elementi distinti e distanti.
Opere poetiche: Poesie (1856).

Nessun commento:

Posta un commento