OLINDO MALAGODI (Cento 1870 - Parigi 1934). Scrittore e giornalista, dopo la laurea in Lettere si trasferì a Londra come inviato de "La Tribuna" di cui poi divenne direttore. Abbracciò la politica dei liberali e, all'avvento del fascismo, riparò a Parigi dove morì. I suoi versi di gusto classico, presentano atmosfere sognanti e pensose. Opere poetiche: Un libro di versi (1908), Madre nostra (1914), Poesie vecchie e nuove (1928).
MARIO MALFETTANI (Genova 1875-1911). Ottenuta la laurea in legge si dedicò alla letteratura e frequentò alcuni poeti dell'ambiente genovese fra cui Alessandro Giribaldi; appassionatosi di politica, entrò nel partito socialista, morì suicida. Le sue poesie risentono del clima decadente e simbolista che aleggiava nel cenacolo dei poeti di Genova. Opere poetiche: Il 1° libro dei trittici (con A. Giribaldi e A. Varaldo, 1897), Fiori vermigli (1906).
GESUALDO MANZELLA FRONTINI (Catania 1885 - Acitrezza 1965). Scrittore, poeta e giornalista dopo la laurea in Lettere praticò l'insegnamento nei licei di varie località italiane. La sua poesia attraversò varie tendenze, tra cui quella decadente e quella futurista. Opere poetiche: Novissima (1904), Le rosse vergini (1905), Sui gigli gocce sanguigne (1920).
ENZO MARCELLUSI (Cellino Attanasio 1886 - Chieti 1962). Si laureò in Lettere a Roma, qui collaborò a "La VIta Letteraria". Si stabilì poi a Chieti dove esercitò l'avvocatura. La sua poesia è fortemente legata al simbolismo francese, al Pascoli e al D'Annunzio. Opere poetiche: Il giardino dei supplizi (1909), I canti violetti (1913), Intensità (1920), Le poesie (1923).
NICOLA MARCHESE (Trani 1858 - Roma 1910). Avvocato e poeta, scrisse liriche di gusto classico che però presentano anche delle caratteristiche più moderne, vicine al decadentismo. Opere poetiche: Crisantemi (1895), Canzoni a ballo (1901), Le Liriche (1911).
MARIO MARIANI (Roma 1883 - San Paolo, Brasile 1951). Giornalista, scrittore e poeta, arruolatosi negli alpini fece il corrispondente di guerra per "Il Messaggero" ed "Il Secolo". Si specializzò nella scrittura di romanzi erotici e subì anche dei processi per oltraggio al pudore. Con l'avvento del fascismo abbandonò l'Italia e si trasferì in Brasile. Pubblicò nel 1905 una raccolta di versi: Antelucano, dai toni decadenti.
MARINO MARIN (Corcrevà di Bottrighe 1860 - Adria 1951). Dopo gli studi entrò come dirigente nel comune di Adria, dal quale incarico fu messo a riposo nel 1914 per una grave malattia agli occhi che alcuni anni dopo lo fece diventare cieco. Poeta classicista, pascoliano e, in alcune raccolte decadente, pubblicò i seguenti volumi di versi: Humus (1892), Sonetti secolari (1896), Voci lontane (1898), Luci e ombre (1904), Narciso (1907), Le Opere e i Giorni (1920).
TITO MARRONE (Sebastiano Amedeo Marrone, Trapani 1882 - Roma 1967). Poeta e drammaturgo, si trasferì ben presto a Roma dove divenne collaboratore de "La Vita Letteraria". Abbandonò ancora giovane l'attività letteraria a causa di delusioni profonde dovute a lutti e a disattese aspettative. Fu poeta simbolista e crepuscolare nelle raccolte: Cesellature (1899), Le gemme e gli spettri (1901), Le rime del commiato (1901), Liriche (1904). I versi dei Poemi provinciali e delle Carnascialate, scritti tra il 1900 e il 1907, in parte furono pubblicati in varie riviste, in parte rimasero inediti.
FAUSTO MARIA MARTINI (Roma 1886 - ivi 1930). Poeta, giornalista e critico teatrale, collaboratore della "Tribuna" e del "Giornale d'Italia", fu grande amico di Sergio Corazzini di cui curò una edizione delle sue Liriche. Le sue poesie crepuscolari sono raccolte in: Le piccole morte (1906), Panem nostrum (1907), Poesie provinciali (1910).
PIETRO MASTRI (Pirro Masetti, Firenze 1868 - ivi 1932). Poeta ed avvocato, collaborò alle riviste "Il Marzocco" e "Vita Nuova". Inizialmente fu profondamente influenzato dalla poetica pascoliana, poi, dopo un lungo periodo di inattività, tornò a scrivere e pubblicare poesie che denotano una spiccata inquietudine religiosa. Opere: Frammenti poetici (1893), L'arcobaleno (1900¹, 1920²), Lo specchio e la falce (1907), La meridiana (1920), La fronda oscillante (1923), La via delle stelle (1927).
RICCARDO MAZZOLA (Napoli 1890 - ivi 1922). Poeta, narratore e giornalista, morì giovanissimo a causa di un incidente automobilistico. Scrisse versi dai toni dannunziani e tardoromantici. Opere poetiche: Fiori di sogno (1906), La battaglia (1909), Noi due (1914).
FRANCESCO MERIANO (Torino 1896 - Kabul, Afghanistan 1934). Giornalista e poeta, fu codirettore della rivista "La Brigata" e collaboratore di "La Diana", "Il Giornale del Mattino" e "Il Popolo d'Italia". Scrisse poesie crepuscolari e futuriste come testimoniano le raccolte: Gli Epicedi e altre poesie (1914), Equatore notturno (1916), Croci di legno (1919).
GUIDO MILELLI (Roma 1885 - ?). Giornalista, fu redattore del "Popolo Romano" e del "Corriere d'Italia". Giovane, frequentò il cenacolo romano di Sergio Corazzini e scrisse poche poesie pubblicate dalla "Vita Letteraria".
MARIO MORASSO (Genova 1871 - Torino 1938). Scrittore e poeta, collaborò al "Campo" e al "Marzocco". Teorizzò il «macchinismo» in anticipo rispetto ai futuristi. Scrisse anche dei versi d'ispirazione simbolista nelle raccolte: Sinfonie luminose (con G. Borzaghi, 1893), I Prodigi (1894), Profezia (1902).
MARINO MORETTI (Cesenatico 1885 - ivi 1979). Romanziere e poeta, è uno dei massimi esponenti del crepuscolarismo; le sue poesie denotano una predilezione per le cose semplici e le atmosfere malinconiche. Opere poetiche: Fraternità (1905), La serenata delle zanzare (1908), Poesie scritte col lapis (1910), Poesie di tutti i giorni (1911), Il giardino dei frutti (1916).
NICOLA MOSCARDELLI (Opena 1894 - Roma 1943). Poeta, narratore e giornalista, collaboratore di "La Voce", di "La Diana" e di "Lacerba", scrisse poesie che attraversano un po' tutte le correnti del suo tempo: dal crepuscolarismo al futurismo al frammentismo vociano. Opere: La Veglia (1913), Abbeveratoio (1914), Tatuaggi (1916), Gioielleria notturna (1918), La mendica muta (1919).
ETTORE MOSCHINO (L'Aquila 1867 - Roma 1941). Poeta, giornalista e drammaturgo, collaborò al "Fanfulla della Domenica" e al "Capitan Fracassa", pubblicò un volume di versi: I lauri (1908), dai toni dannunziani e decadenti.
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