SANDRO BAGANZANI (Verona 1889 - ivi 1950). Agli esordi fu poeta dialettale, scrisse poi versi in lingua che presentano atmosfere e temi cari alla poesia crepuscolare. Tra le opere poetiche migliori si segnalano: Arie paesane (1920) e Senzanome (1924).
ADELCHI BARATONO (Firenze 1875 - Genova 1947). Fu filosofo affermato e scrisse poche poesie soltanto in gioventù, ciò è attestato dal suo unico volume di versi: Sparvieri (1900), dove son presenti anche poesie del fratello Pier Angelo. Le sue liriche mostrano un marcato influsso della poesia simbolista, in particolare quella di Verlaine, ma ben si inseriscono anche nella cosiddetta "linea ligure" che, partendo da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, si svilupperà nelle opere di altri poeti importanti come Eugenio Montale, per circa mezzo secolo.
PIER ANGELO BARATONO (Roma 1880 - Trento 1927). Appena ventenne pubblicò insieme al fratello Adelchi, il suo unico volume di versi: Sparvieri (1900); si dedicò poi alla critica letteraria e alla scrittura di romanzi e novelle di argomento comico. Le sue poesie anticipano in parte i temi delle sue prose caratterizzate dalla descrizione di personaggi singolari e misteriosi.
CARLO BASILICI (Roma 1881 - ?). Godette di una certa notorietà nell'ambiente letterario romano e non solo dei primissimi anni del Novecento. Pubblicò un libro di poesie intitolato: Dai poemi (1904), altri versi suoi apparvero nello stesso periodo anche in riviste prestigiose come "Poesia" e "Riviera Ligure". La sua produzione poetica ha come principali peculiarità un profondo misticismo che va gradualmente trasformandosi nelle ultime liriche in acuto pessimismo.
GIANNOTTO BASTIANELLI (San Domenico di Fiesole 1883 - Tunisi 1927). Critico musicale e compositore, scrisse anche delle poesie (Poemi e musiche, 1910) e delle prose poetiche; alcune di queste ultime furono pubblicate sulla "Voce". Nelle sue composizioni poetiche si nota una naturale propensione alla musicalità mista ad alcuni toni decadenti.
ANTONIO BELTRAMELLI (Forlì 1879 - Roma 1930). Giornalista, lavorò anche al "Corriere della sera"; scrittore, pubblicò soprattutto romanzi e novelle. Nel 1908 uscì un suo volume di prose poetiche: I canti di Faunus che si sostanziano per un elevato estetismo e un recupero della mitologia primigenia.
ALESSANDRO BENEDETTI (? - ?). Amico di Sergio Corazzini, frequentò anche altri intellettuali vicini al poeta crepuscolare romano. Le sue poesie compaiono solo in alcune riviste del primo decennio del XX secolo tra le quali: "Capitan Fracassa", "Marforio" e "Giornale d'Arte". I suoi versi denotano un'attrazione per le atmosfere liberty e decadenti nonché crepuscolari.
UGO BETTI (Camerino 1892 - Roma 1953). Poeta, drammaturgo e magistrato, partecipò alla prima guerra mondiale e fu fatto prigioniero; durante la prigonia iniziò a scrivere delle poesie che poi formarono la sua prima raccolta: Il re pensieroso (1922), qui si trovano frequenti riferimenti alla lirica simbolista ed al mondo favolistico, con una riccha presenza di castelli, fate, orchi, principesse ecc.
BINO BINAZZI (Figline Valdarno 1880 - Prato 1930). Si occupò di giornalismo e ricoprì la carica di redattore-capo del "Resto del Carlino", fondò la rivista letteraria "La Brigata". Le sue liriche passarono dal classicismo delle prime raccolte, al crepuscolarismo della fase intermedia, per giungere ad una evidente vicinanza alla poesia frammentista e futurista. Opere poetiche: Eptacordo (1907), Turbini primaverili (1910), La via della ricchezza (1919), Poesie (postuma, 1934).
FRANCESCO BIONDOLILLO (Montemaggiore Belsito 1887 - Roma 1974). Critico letterario e professore di letteratura italiana, scrisse versi in gioventù che riunì nei volumi: Aneliti (1905) e Ali in cielo (1907); nelle sue liriche si trovano elementi di derivazione classicista e crepuscolare.
FAUSTO M. BONGIOANNI (Torino 1902 - 1979). Pubblicò un solo volume di versi: Venti poesie (1924). Le sue liriche che presentano dei versi piuttosto lunghi, risentono molto delle atmosfere futuriste.
MASSIMO BONTEMPELLI (Como 1878 - Roma 1960). Saggista, fondatore insieme a Curzio Malaparte della rivista letteraria "900", teorizzò il «realismo magico» che volle praticare nelle sue numerose opere di narrativa. Come poeta, iniziò con alcune raccolte classicheggianti (Egloghe, 1904; Odi siciliane, 1906; Settenari e sonetti, 1910; Odi, 1910) che in seguito ripudiò per avvicinarsi alla poetica futurista con le liriche de Il purosangue - L'ubriaco (1919).
GINO BORZAGHI (? - ?). È autore, insieme a Mario Morasso, di una tra le prime opere poetiche simboliste che comparvero in Italia: Sinfonie luminose (1893). In seguito pubblicò un altro libriccino di poesie: Nel passato (1902) in cui dimostrò una vicinanza alla poetica di Paul Verlaine.
GUSTAVO BOTTA (Milano 1880 - ivi 1948). Saggista, narratore e poeta, pubblicò versi su riviste letterarie d'inizio Novecento tra cui "Poesia". Le sue liriche insieme alle sue prose, furono raccolte quattro anni dopo la sua morte in Alcuni scritti (1952). Poeta vicino a Lucini e al simbolismo, fu abile e fantasioso creatore di immagini e visioni bizzarre.
ETTORE BOTTEGHI (Livorno 1874 - Calci 1900). Poeta sfortunato, morì di tisi a soli ventisei anni. Le sue Poesie furono pubblicate postume nel 1902. Il tema portante della sua opera poetica è la malattia e il presagio della propria morte che Botteghi espresse in toni fortemente drammatici.
GUSTAVO BRIGANTE COLONNA (Fano 1878 - Roma 1956). Partecipò alla prima guerra mondiale, quindi si dedicò al giornalismo e fece parte della redazione del "Messaggero" e del "Giornale d'Italia". Nel 1912 pubblicò un volume di versi intitolato: Gli ulivi e le ginestre che bene si inserisce nel clima crepuscolare dell'epoca.
ANTONIO BRUNO (Biancavilla 1891 - Catania 1932). Tradusse opere di Proust e di Baudelaire, fondò una rivista letteraria: "Picwick". Come poeta subì l'influenza del futurismo nelle raccolte Rose di macchia (1913) e Fuochi di Bengala (1917) dove non mancano atteggiamenti connessi alle liriche dei crepuscolari.
ENRICO ANNIBALE BUTTI (Milano 1868 - ivi 1912). Svolse molteplici attività, fu compositore di musiche, giornalista, romanziere e anche poeta. Si distinse soprattutto come drammaturgo e nelle sue opere teatrali si palesa una sincera critica alla società a lui contemporanea. Come poeta pubblicò alcuni versi su varie riviste tra le quali "Il Marzocco", questi hanno come caratteristiche principali una limpidezza concettuale derivante anche dalla poesia di Giovanni Pascoli, da cui lo scrittore milanese fu chiaramente influenzato.
PAOLO BUZZI (Milano 1874 - ivi 1956). Poeta, prosatore e drammaturgo, conobbe Filippo Tommaso Marinetti col quale collaborò alla nascita del Manifesto futurista ed ebbe grande spazio nell'antologia I Poeti Futuristi (1912). Aveva cominciato con poesie classicheggianti come si evince in Rapsodie leopardiane (1898), passò quindi a modi sperimentali in Aeroplani (1909) cui seguirono: Versi liberi (1913), Bel canto (1916), Popolo canta così (1920), Poema dei quarant'anni (1922).
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