I luoghi dell'infanzia.
Le vecchie foto di persone care.
Rivivere con la mente le cose perdute per sempre.
Piangere di malinconia.
Le poesie di Giacomo Leopardi.
I quadri di Claude Monet.
L'Adagio di Tomaso Albinoni.
Un pesco fiorito.
Un prato tutto verde.
Il giardino pieno di fiori e di colori.
Il silenzio immenso del bosco.
Il rumore dei grilli durante una afosa notte estiva.
Una farfalla variopinta che si posa su di un fiore.
Un gattino che miagola.
I passerotti che beccano le mollichine sparse in terra.
I gabbiani sulla spiaggia.
Le rondini che volano nel cielo sereno.
L'arcobaleno.
Il mare che luccica in un caldo pomeriggio estivo.
Un tramonto sul mare.
La luna piena che riflette i suoi raggi sulle acque del mare.
Bere l'acqua che fuoriesce da una sorgente montana.
I grandi alberi che lentamente si muovono col vento.
Il sole visto attraverso gli intrichi dei rami di una pineta.
Un viale coperto di foglie gialle.
Il grigiore malinconico cittadino dopo un tramonto invernale.
La tristezza dei fanali illuminati in una sera autunnale piovosa.
La facciata di una bellissima chiesa in un mattino estivo.
Una rosa bianca.
Ritrovare un inaspettato divertimento nel gioco.
Le bolle di sapone che volano verso il cielo azzurro.
Il suono delle zampogne che intonano una canto natalizio.
Ricordare un sogno meraviglioso.
Tanto mi piacque certa poesia di Corrado Govoni, che, nel mio piccolo, provai ad imitarla. Per farlo m'ispirai ad un determinato tipo di composizione poetica, praticamente inventato dall'originalissimo poeta emiliano: una serie più o meno lunga di versi-frasi (definizione del critico Pier Vincenzo Mengaldo), che vogliono comunicare la meraviglia e l'emozione del poeta nell'osservare, nel sentire e nel ricordare determinati aspetti della natura e dell'umanità. Tra queste poesie, si possono citare Le dolcezze e Le cose che fanno la domenica, dalla raccolta Gli aborti (1907), e Le cose che fanno la primavera, da L'inaugurazione della primavera (1915). Infine, a proposito di Govoni, vorrei manifestare il mio rammarico per lo scarso interesse che oggi gode la sua ottima poesia; infatti, a parte qualche ristampa di libri usciti più di un secolo fa, ancora oggi non esiste un volume che raccolga la sua intera opera poetica, e questo è incredibile. Un'attenuante può essere individuata nel fatto che Govoni fu un poeta particolarmente prolifico, ma, comunque, si potrebbe trovare un modo di ripubblicare tutti i suoi versi, magari facendolo in vari libri e in vari anni. Con questi miei versi inauguro il blog I libri de la stanza ascosa.
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