"Poesia italiana dell'Ottocento" è un volume antologico, curato da Maurizio Cucchi, e pubblicato dalla Garzanti di Milano nel 1978. È la penultima opera della collana "I grandi libri Garzanti" dedicata ai poeti italiani attivi tra il XIII ed il XX secolo, ed è praticamente l'ultima, cronologicamente parlando, che si occupa dei poeti minori del secolo XIX. Infatti, anche se nel titolo questo dettaglio non è specificato, non compaiono, tra i nomi degli scrittori selezionati, tutti i grandi poeti (Foscolo, Manzoni, Leopardi, Giusti, Carducci, Pascoli e D'Annunzio) ai quali la casa editrice dedicò dei volumi a parte. L'ordine in cui compaiono i 46 poeti presenti è cronologico; il motivo di tale scelta è spiegato nell'introduzione e consiste nel fatto che, come dice espressamente il curatore:
«Diversa è l'esigenza di un rapido e forzatamente sommario excursus sulla poesia del XIX secolo da quella di una lettura dei testi, che va affrontata possibilmente sgombra da ogni prevenzione e pregiudizio (per quanto sia possibile o per quanto la stessa introduzione consenta) cercando il momento di autentica comunicazione con la pagina poetica, rifiutando quindi una perlustrazione diffidente o eccessivamente guidata e volta a rinnovata o riproposta classificazione storica di autori e generi».
In effetti, sfogliando le 500 pagine dell'antologia in questione, si nota che l'opera non cerca certamente l'onnicomprensività, pur non limitandosi ad una scelta troppo drastica e avara. Ogni poeta è presentato in modo piuttosto completo, senza esagerazioni o, al contrario, limitazioni di sorta. Qualche dubbio può nascere dalla decisione di includere alcuni poeti ed escludrne altri di valore pressoché uguale; per esempio, limitandoci all'ambito del secondo Ottocento, la presenza di un carducciano come Giovanni Marradi presupporrebbe anche quella di Guido Mazzoni; come pure, al di là delle etichette e dei movimenti, se figura il nome di Edmondo De Amicis, che è ricordato soprattutto per opere non poetiche, è difficile capire l'esclusione del siciliano Giuseppe Aurelio Costanzo, poeta che ebbe un'importanza sicuramente superiore (come autore di versi ovviamente) rispetto allo scrittore piemontese.
Il merito maggiore di quest'antologia, come dicevo all'inizio, è identificabile nel fatto che comprende nomi ormai del tutto ignorati da opere similari recenti e recentissime. Ora, è per me inspiegabile un fatto di tal genere. Come è possibile infatti inserire in un'antologia che vorrebbe rappresentare i migliori poeti di un secolo, alcuni nomi soltanto perché questi hanno fatto parte di movimenti e scuole, seppure importanti, ed escludere altri nomi, di gran lunga più meritevoli rispetto ai primi, per il semplice motivo che ne sono rimasti estranei? Non considerare affatto, parlando della poesia italiana dell'Ottocento, scrittori come Domenico Gnoli, Olindo Guerrini e Arturo Graf, significa a mio avviso ignorare una delle principali fonti cui attinsero i cosiddetti poeti crepuscolari (Guido Gozzano in primis), coloro cioè che fecero da trait d'union tra la poesia ottocentesca e quella d'inizio Novecento.
Ecco infine l'elenco dei poeti compresi in quest'antologia.
Vincenzo Monti, Filippo Pananti, Giovanni Torti, Gabriele Rossetti, Giovanni Berchet, Tommaso Grossi, Giovita Scalvini, Bartolomeo Sestini, Antonio Guadagnoli, Luigi Carrer, Alessandro Poerio, Niccolò Tommaseo, Cesare Betteloni, Francesco Dall'Ongaro, Agostino Cagnoli, Aleardo Aleardi, Giovanni Prati, Arnaldo Fusinato, Vincenzo Padula, Giacomo Zanella, Luigi Mercantini, Goffredo Mameli, Costantino Nigra, Giambattista Maccari, Vincenzo Riccardi di Lantosca, Enrico Nencioni, Emilio Praga, Iginio Ugo Tarchetti, Domenico Gnoli, Enrico Panzacchi, Vittorio Betteloni, Giuseppe Maccari, Arrigo Boito, Antonio Fogazzaro, Mario Rapisardi, Giovanni Camerana, Olindo Guerrini, Edmondo De Amicis, Arturo Graf, Contessa Lara, Remigio Zena, Giovanni Marradi, Vittoria Aganoor Pompilj, Severino Ferrari, Pompeo Bettini, Adolfo De Bosis.
Un blog molto interessante. Sono contento di averlo scoperto, benché casualmente.
RispondiEliminaCataldo Antonio Amoruso.
Grazie.
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