domenica 22 gennaio 2012

Da "Bruges la morta" di Georges Rodenbach


Ah! quella Bruges d'inverno, la sera!
L'influsso della città su di lui riprendeva: lezione di silenzio che gli veniva dai canali immobili, che con la loro calma meritavano di essere frequentati dai nobili cigni; esempio di rassegnazione offerto dai quais taciturni; soprattutto esortazioni di pietà e di austerità che cadevano dagli alti campanili di Notre-Dame e di San Salvatore, sempre emergenti dal fondo delle prospettive.







Breve, perfetto frammento che ho tratto dal X capitolo di Bruges la morta: romanzo più famoso del poeta belga Georges Rodenbach. In poche parole viene magistralmente descritta una città straordinaria come Bruges nella stagione invernale. Poche parole bastano, a Rodenbach, per trasmettere al lettore tutta la bellezza di questo luogo, e le atmosfere misticheggianti che si respirano sulle strade della città belga: unica al mondo per determinate caratteristiche. Il frammento che si legge qui, fa parte del libro pubblicato dalla Rizzoli di Milano nel 1955 (pp. 63-64).


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