Scampoli di letteratura dell'Ottocento e del Novecento, poeti dimenticati, vecchie antologie e altro ancora.
venerdì 16 marzo 2012
Poeti dimenticati: Giuseppe Cesare Molineri
Opere poetiche
"Al'aperto", Casanova, Torino 1876.
"Poesie (1865-1906)", Lattes, Torino 1915.
Presenze in antologie
"Lirici della Scapigliatura", seconda edizione aggiornata a cura di Gilberto Finzi, Mondadori, Milano 1997 (pp. 245-250).
"La poesia scapigliata", a cura di Roberto Carnero, Rizzoli, Milano 2007 (pp. 435-440).
mercoledì 14 marzo 2012
Antologie: "Poeti minori del secondo Ottocento italiano"
"Poeti minori del secondo Ottocento italiano" è il titolo di un'antologia poetica curata da Angelo Romanò e pubblicata nel 1955 dall'editore Guanda in Bologna. Il volume di 420 pagine comprende una selezione dei versi di 55 poeti attivi tra il 1850 e i primissimi anni del XX secolo. Il poeta più anziano, con cui inizia l'antologia, è Niccolò Tommaseo, mentre quello più giovane è Giovanni Bertacchi. L'opera è una delle molte che, tra il 1947 ed il 1968, furono dedicate ai poeti italiani cosiddetti "minori" del secolo XIX. Questa di Romanò restringe l'attenzione sulla seconda metà dell'Ottocento, cercando di essere, come avverte lo stesso curatore nella postilla: «ampia nei limiti del buon gusto e del possibile». In effetti non si può dire che la selezione abbia trascurato dei nomi meritevoli, anzi, compaiono qui dei poeti che potrebbero definirsi, più che minori, "minimi". Semmai si può discutere sullo spazio attribuito a ciascun poeta: qui mi pare che risultino sminuiti o non considerati abbastanza, poeti di un certo spessore come Enrico Panzacchi e Domenico Milelli. C'è poi, come ammette anche Romanò, la scelta discutibile dell'ordine cronologico degli autori selezionati, che pone dei poeti (Domenico Gnoli e Arturo Graf su tutti) i quali ebbero meriti non trascurabili nel rinnovamento della poesia italiana a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, in una posizione sicuramente distante rispetto a quel fin de siècle in cui avrebbero avuto un posto ed un valore più adeguati. A parte questi piccoli difetti, tutto sommato non rilevanti, si può affermare che l'antologia di Romanò sia ben fatta e aiuti a comprendere in modo dettagliato il panorama poetico italiano del secondo Ottocento, così determinante per la nascita della prima fase rinnovativa della poesia novecentesca nazionale, rappresentata, in sostanza, dal crepuscolarismo. Ecco, di seguito, l'elenco degli autori presenti nel volume. domenica 11 marzo 2012
Da "Il taglio del bosco" di Carlo Cassola
Il taglio del bosco è il titolo di un racconto lungo scritto da Carlo Cassola (Roma 1917 – Montecarlo 1987). Uscì per la prima volta sulla rivista Paragone, nel dicembre del 1950. Cassola poi lo inserì, a partire dal 1954, in edizioni che comprendevano anche altri suoi racconti. Il frammento che ho trascritto – per me significativo – l’ho estratto dal libro omonimo (vi si legge tale racconto insieme a Rosa Gagliardi e Le amiche), pubblicato dalla Rizzoli di Milano nel 1980.
Prima di leggere il libro, vidi, in replica su un canale della Rai, un film per la televisione assai bello, ispirato proprio al racconto; la regia è di Vittorio Cottafavi, mentre il protagonista principale: Guglielmo, è interpretato da Gian Maria Volontè.
Ciò che maggiormente mi colpì, sia guardando il film che leggendo il libro, fu il malessere esistenziale di Guglielmo - vedovo da poco tempo e padre di due bambine - che praticamente rinuncia alla vita a causa del forte dolore non mai superato completamente. Guglielmo è un uomo solo e avvilito, che continua a vivere soltanto perché deve farlo, ovvero perché ha il dovere di crescere nel miglior modo possibile le due piccole figlie. Non vuole più ricominciare, né sperare in una nuova vita sentimentale; per questo motivo vorrebbe che il tempo passasse velocemente, e che le figlie fossero già grandi e lui vecchio; in tal modo avrebbe ancora poco tempo da vivere, e la sofferenza, insieme alla sua morte, finalmente svanirebbe.
Da "Il mistico sogno" di Gabriele D'Annunzio
I fiori d'autunno hanno una grazia e una delicatezza singolari, e insieme non so qual fascino malinconico da cui si sentono presi anche li spiriti meno sentimentali. Portano, inoltre, nel loro colore e nella qualità delle loro foglie un'apparenza di vitalità quasi direi umana, ma di vitalità sofferente; e per questo attraggono più che le ricche e voluttuose fioriture d'estate e risvegliano in chi li contempla una specie di pietà e di tenerezza: la misericordia per li esseri fragili, solitarii ed infermi.sabato 10 marzo 2012
Ohimè che cosa è accaduto
venerdì 9 marzo 2012
[Marzo lucendo nell'aria]
giovedì 8 marzo 2012
Una poesia per Miss Cavell
LA FUCILAZIONE DI MISS CAVELL
Lo scrocco secco dei fucili
suonò di contro al muro unto di sole
seguito dalla scarica vadente.
S'allontanarono battendo i piedi.
Più non c'era sull'erba così verde
che un mucchietto di cenci
spruzzolato di sangue.
Ma più buona e più pura, oh quanto!
eri tu, o terra, con intorno
come un odore nuovo di viole;
ma nell'infame giorno
più bello e santo
tu eri, o sole.
(Da "La Diana", novembre/dicembre 1916)


