Romolo Quaglino (Milano 1871 - ivi 1938) fu, oltre che poeta e prosatore, avvocato e uomo politico di idee socialiste. Di famiglia agiata e colta, dopo aver frequentato il liceo nella sua città di nascita, si laureò a Pavia nel 1892 insieme all'amico d'infanzia Gian Pietro Lucini. Fu uno dei primi poeti simbolisti in Italia, entrando a far parte, col sodale Lucini e con altri scrittori generalmente di origine lombarda, di un cenacolo poetico che introdusse e fece conoscere qui da noi la corrente letteraria più in voga in Europa: il simbolismo.
Opere poetiche
"I Modi. Anime e Simboli", Galli di Chiesa, Milano 1896.
"Fior' brumali", Sonzogno, Milano 1897.
"Dialoghi d'Esteta", Treves, Milano 1899.
"Cibele Madre", Sandron, Milano 1903.
"Filotette", Sandron, Milano 1905.
"I sonetti a Celia", Sandron, Milano-Palermo 1911.
"Echi ed ombre", Sandron, Milano 1920.
"Poesie", Ospedale Maggiore di Milano, Milano 1939.
Presenze in antologie
"Poeti simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1967-1972 (vol. I, pp. 148-154; vol. II, pp. 194-202; vol. III, pp. 191-204).
"Dal simbolismo al déco", a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino 1981 (Tomo I, pp. 63-73).
Testi
FIOR D'ANIMA
Misterioso il fior de l'anima
assurto al bacio di linfa pallida,
co' petali bianchi profuma
il deserto de la coscienza.
Simili a rettili, salgono l'edere,
salgon le rose, i lilla salgono,
te, fiore de l'anima cinge
il deserto de la coscienza.
Han le tue rame verdezze tenui
e ne la coppa bianca di gloria,
risplende, mirabile fuoco,
lascivo al sole il polline d'oro.
O tu de l'anima, o tu de l'aere
coppa maliarda, come un sen giovane,
com'arco di giovani braccia
ne la selva di capelli d'oro.
(Da "Fior' brumali")
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