mercoledì 29 gennaio 2014

Poeti dimenticati: Giulio Pinchetti

Nacque a Como nel 1844 e morì a Milano nel 1870, dopo essersi sparato due colpi d'arma da fuoco. Laureatosi in Legge a Pavia, iniziò a subire quella grave sofferenza psicologica che lo avrebbe portato alla prematura morte, ciò è dovuto anche ai gravi lutti che dovette affrontare (gli morì prima il padre e poi la fidanzata). Dopo aver lasciato la scuola militare di Asti si trasferì di nuovo a Como per intraprendere l'attività di notaio; nel contempo si dedicò al giornalismo. Andò quindi ad abitare a Milano dove collaborò con la "Gazzetta di Milano"; l'anno dopo altri gravi lutti colpirono definitivamente il suo fragile animo che non riuscì più a sopportare il peso della vita. L'unico suo volume poetico uscì nel 1868: qui emerge lo spirito ribelle del Pinchetti, ma anche si nota una leopardiana vena malinconica e, in alcuni casi, una disperazione senza sbocchi. Nel 1974 presso l'editore Marzorati di Milano uscì un volume di "Opere" che raccoglie, oltre alle poesie edite e inedite, anche articoli, lettere, appunti e pensieri dello scrittore comasco.


Opere poetiche

"Versi", Ostinelli, Como 1868.





Presenze in antologie

"Poeti minori del secondo Ottocento italiano", a cura di Angelo Romanò, Guanda, Bologna 1955 (pp. 242-243).
"I poeti minori dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958 (vol. III, pp. 45-47).
"Poeti della rivolta", a cura di Pier Carlo Masini, Rizzoli, Milano 1978 (pp. 109-118).
"Lirici della Scapigliatura", seconda edizione aggiornata a cura di Gilberto Finzi, Mondadori, Milano 1997 (pp. 173-184).

"La poesia scapigliata", a cura di Roberto Carnero, Rizzoli, Milano 2007 (pp. 327-342).



Testi

Placata alfin ti spero, ombra di morte!
Non più terror, non più bugiarda speme
Al grand'atto or mi fan tremulo il ferro.
Preclusa è l'ora e la preclude il mio
Disperato dolor. Tregua ai consigli:
Giovane io moro, e non però lamento
I molti dì ch'anco durar potea,
Ché della vita omai nessun mistero
È a me celato, e ben mi so che tutto,
Tutto è dolor...

(Da "Opere")




[...] No, non è effetto d'esaltazione o di delirio questa mia estrema risoluzione, mentre non sono mai stato calmo né logico come adesso: è frutto di sei mesi, intendete bene, di sei mesi di lotte acerbissime, di scoraggiamenti e di illusioni, di vera agonia di spirito: e tutte queste lotte, tutti questi scoraggiamenti m'hanno condotto a dire: il mondo è cattivo; tu non eri nato per essere uomo. Vi figurate voi, il non posare mai il pensiero, né di giorno né di notte, il veder tutto nero come un funerale, il sentirsi l'anima che se ne va, e la materia che cresce di imbecillità, il sospirare sempre un passato irrevocabile e non scoprire nessun avvenire più mai: dite: vi figurate voi tutto ciò? Vi figurate voi uno spirito infermo alle prese con un demonio tenace, astuto, minuto, che ti scivola da una parte e che giammai puoi afferrare? Che ti offende, ti strazia freddamente e non si lascia mai guardare in volto? Vi figurate voi un'anima che sente, che non vorrebbe che amare, costretta a rodersi, a piangere, a maledire?... Ebbene: in questa lotta io cedo: sono stanco di stringer fantasmi;... nel segreto della tomba, nella mia cappella mortuaria avrò, almeno là, lo spero... un po' di pace! [...]

(Da "Opere")

1 commento:

  1. da niente a due, è già qualcosa :)
    http://francescopaolofrontini.blogspot.it/2012/04/giulio-pinchetti-il-ribelle-como-1845.html

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