Nacque a Como nel
1844 e morì a Milano nel 1870, dopo essersi sparato due colpi d'arma da fuoco.
Laureatosi in Legge a Pavia, iniziò a subire quella grave sofferenza
psicologica che lo avrebbe portato alla prematura morte, ciò è dovuto anche ai gravi
lutti che dovette affrontare (gli morì prima il padre e poi la fidanzata). Dopo
aver lasciato la scuola militare di Asti si trasferì di nuovo a Como per
intraprendere l'attività di notaio; nel contempo si dedicò al giornalismo. Andò
quindi ad abitare a Milano dove collaborò con la "Gazzetta di
Milano"; l'anno dopo altri gravi lutti colpirono definitivamente il suo
fragile animo che non riuscì più a sopportare il peso della vita. L'unico suo
volume poetico uscì nel 1868: qui emerge lo spirito ribelle del Pinchetti, ma
anche si nota una leopardiana vena malinconica e, in alcuni casi, una
disperazione senza sbocchi. Nel 1974 presso l'editore Marzorati di Milano uscì
un volume di "Opere" che raccoglie, oltre alle poesie edite e
inedite, anche articoli, lettere, appunti e pensieri dello scrittore comasco.
Opere poetiche
"Versi",
Ostinelli, Como 1868.
Presenze in antologie
"Poeti minori
del secondo Ottocento italiano", a cura di Angelo Romanò, Guanda, Bologna
1955 (pp. 242-243).
"I poeti minori
dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958 (vol.
III, pp. 45-47).
"Poeti della
rivolta", a cura di Pier Carlo Masini, Rizzoli, Milano 1978 (pp. 109-118).
"Lirici della
Scapigliatura", seconda edizione aggiornata a cura di Gilberto Finzi,
Mondadori, Milano 1997 (pp. 173-184).
"La poesia
scapigliata", a cura di Roberto Carnero, Rizzoli, Milano 2007 (pp.
327-342).
Testi
Placata alfin ti
spero, ombra di morte!
Non più terror, non
più bugiarda speme
Al grand'atto or mi
fan tremulo il ferro.
Preclusa è l'ora e la
preclude il mio
Disperato dolor.
Tregua ai consigli:
Giovane io moro, e
non però lamento
I molti dì ch'anco
durar potea,
Ché della vita omai
nessun mistero
È a me celato, e ben
mi so che tutto,
Tutto è dolor...
(Da "Opere")
[...] No, non è effetto
d'esaltazione o di delirio questa mia estrema risoluzione, mentre non sono mai
stato calmo né logico come adesso: è frutto di sei mesi, intendete bene, di sei
mesi di lotte acerbissime, di scoraggiamenti e di illusioni, di vera agonia di spirito:
e tutte queste lotte, tutti questi scoraggiamenti m'hanno condotto a dire: il
mondo è cattivo; tu non eri nato per essere uomo. Vi figurate voi, il non
posare mai il pensiero, né di giorno né di notte, il veder tutto nero come un
funerale, il sentirsi l'anima che se ne va, e la materia che cresce di
imbecillità, il sospirare sempre un passato irrevocabile e non scoprire nessun
avvenire più mai: dite: vi figurate voi tutto ciò? Vi figurate voi uno spirito
infermo alle prese con un demonio tenace, astuto, minuto, che ti scivola da una
parte e che giammai puoi afferrare? Che ti offende, ti strazia freddamente e
non si lascia mai guardare in volto? Vi figurate voi un'anima che sente, che
non vorrebbe che amare, costretta a rodersi, a piangere, a maledire?... Ebbene:
in questa lotta io cedo: sono stanco di stringer fantasmi;... nel segreto della
tomba, nella mia cappella mortuaria avrò, almeno là, lo spero... un po' di
pace! [...]
(Da "Opere")
da niente a due, è già qualcosa :)
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