martedì 11 dicembre 2012

Poeti dimenticati: Mario Giobbe

Mario Giobbe nacque a Napoli nel 1863 e ivi morì nel 1906. Talento precoce, ottenne la laurea in legge a soli diciotto anni, dedicandosi poi totalmente al giornalismo; famosi sono i suoi articoli pubblicati sui giornali dell'epoca, che denotano una cura quasi maniacale per il linguaggio raffinato. Nel contempo Giobbe maturò la passione per la poesia che si estrinsecò sia in ottime traduzioni (soprattutto di autori classici greci), sia in versi suoi, che pubblicò in riviste e in due volumi apparsi tra il 1889 ed il 1891. La poesia di Giobbe è certamente legata alla tradizione ottocentesca italiana (i suoi punti di riferimento sono i romantici, Guerrini e D'Annunzio), ed è l'argomento amoroso che prevale nettamente sugli altri. In età matura lo scrittore napoletano fu colpito da una depressione che progressivamente peggiorò il suo stato mentale, fino a portarlo al suicidio quando aveva appena quarantadue anni.
 
 
 
Opere poetiche
"I primi versi", Corriere di Napoli-Luigi Pierro, Napoli 1889.
"Gli amori", Bideri, Napoli 1891.
 


Frontespizio del volume "I primi versi" di Mario Giobbe


 
Testi
BIANCA

Io v'ho, Bianca, rivista. Oh, voi non vale
niun'altra bellezza, ed io mi scuso
se d'amare altra femmina ricuso
come per voto. In fiero atto regale

voi passaste, e una dolce meraviglia
il cor de i riguardanti conquistò,
ognun con disiose, immote ciglia
sino in fondo a la via v'accompagnò.

Un cor di lodi allor subitamente
levossi intorno, e ognun s'estasiava
lodandovi. Sol io, muto, tremava,
come per suo rimorso un delinquente.

Né rimorso maggior credo che sia
di questo che ne l'anima mi sta:
d'aver con voi, per non so qual follia,
ripudiato la felicità.
...

(Da "Gli amori")

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