sabato 8 dicembre 2012

Poeti dimenticati: Alfredo Petrucci

Alfredo Petrucci nacque a San Nicandro Garganico nel 1888 e morì a Roma nel 1969. Dopo la laurea in Lettere ottenuta a Napoli, si trasferì nella capitale italiana dove, nel 1941, venne insignito del prestigioso incarico di direttore del Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma che ricoprì per dodici anni. Storico dell'arte, incisore e scrittore, Petrucci è autore di numerosi saggi sulla storia dell'incisione europea e dell'arte italiana; scrisse anche elzeviri, prose e poesie. Queste ultime, raccolte in vari volumi, mostrano un carduccianesimo iniziale che via via si evolve a favore di poetiche più moderne e dell'ermetismo in particolar modo.
 
 
 
Opere poetiche
"Ruit hora", Perrella, Napoli 1910.
"Piccolo poema dei nostri giorni", Giuntini-Bentivoglio, Siena 1918.
"La radice e la fronda", La Italiana, Roma 1930.
"Tre paesi, tre canti", Arti grafiche Pescatore, Foggia 1950.
"Esitazione della sera", Danesi, Roma 1951.
"Dietro l'opaca siepe", Amministrazione provinciale, Foggia 1979.
 


 
 
Presenze in antologie
"Novissima antologia", a cura di Pasquale Ceravolo, Tip. Carrara, Bergamo 1929 (pp. 281-285).
 
 
 
Testi
STILLICIDIO

Oh questa goccia
che stilla
giù da la doccia
tranquilla
secca ed eguale
come uno strale!

Oh questa goccia
che batte
su le disfatte
mie tempie come un martello,
questo succhiello
che punge fora
divora!

Tarlo tenace
che picchia
rosicchia
nello squallore
notturno del cuore
che non ha pace,
pietà!

Pietà, non stillare
più!
Pietà, non picchiare
più!
Pietà, non forare
più!

Notte, e tu avvolgimi nelle
tue sciarpe di stelle,
ripetimi il canto
lontano della mia culla,
rinnova l'incanto
smarrito della fanciulla
età,
dammi tu l'oblivioso
riposo,
pietà!

(Da "La radice e la fronda")

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