SETTEMBRE
Già l'olea fragrante nei giardini
d'amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d'aride cose,
di remi infranti, di reti strappate.
E il vento che illumina le vigne
già volge ai giorni fermi queste plaghe
da una dubbiosa brulicante estate.
Nella morte già certa
cammineremo con più coraggio,
andremo a lento guado coi cani
nell'onda che rotola minuta.
(Vittorio Sereni)
***
SETTEMBRE
Chiaro cielo di settembre
illuminato e paziente
sugli alberi frondosi
sulle tegole rosse
fresca erba
su cui volano farfalle
come i pensieri d’amore
nei tuoi occhi
giorno che scorri
senza nostalgie
canoro giorno di settembre
che ti specchi nel mio calmo cuore.
(Attilio Bertolucci)
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SONETTO DI SETTEMBRE
Settembre, qual dolcezza nuova emana
al lento luminoso dilagare
del sole nelle tue mattine chiare,
dalla mia blanda terra emiliana?
Sembra ogni forma fatta piú lontana
da un vel di sogno e di silenzio: pare
che ogni albero, ogni zolla, ogni filare,
tremi nel sole d’una gioia umana.
Mentr’io, sperduto nei silenzi, ascolto
come ogni frutto in un respiro armonico
d’una celeste ebrietà s’aggravi,
m’appar la terra simile a un bel volto,
ove, come un pensiero malinconico,
passin ombre di nuvole soavi.
(Carlo Vallini)
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SETTEMBRE
Le speranze se ne vanno
come rondini a fin d ’anno:
torneranno?
Nel mio cor vedovi e fidi
stanno ancora appesi i nidi
che di gridi
già sonaron brevi e gaj:
vaghe rondini, se mai
con i raj
del mio Sole tornerete,
le casucce vostre liete
troverete.
(Luigi Pirandello)
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ARIA DI SETTEMBRE
Mortale al suo bel volto,
come declina annoso
l'autunno e per ascolto
la chiama al suo riposo.
La sera spoglia il vento
dell’ultimo colore
e spera che il suo lento
declino sia l’amore
nostalgico del fuoco.
Il freddo autunno rade
le foglie, strema un fioco
riverbero di strade.
E l'ombra reca odore
di bosco perché trami
la sera anche il chiarore
delebile dei rami.
Come una voce invita
nel canto dalle case
si rendono alla vita
convinte le persuase
dolcezze della luna.
(Alfonso Gatto)
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FIN DI SETTEMBRE
Ed ora, Estate, addio! Nel cenerino
cielo il tuon romba e di lontan minaccia.
Oh tristo, su la livida bonaccia
del mar senz'onda, cielo settembrino!
Oh del settembre che declina e muore
congedi tristi! un brontolio tetro
dilegua il tuon su l'ultimo Appennino:
l'ultimo tuono e poi più nulla. E il cuore,
che sospirando si rivolge indietro,
ripensa la sua vita e il suo destino.
Pensa e sospira, come un pellegrino
che va senza riposo e mai non giunge;
che sosta un tratto a rimirar da lunge
la via percorsa, e seguita il cammino.
(Giovanni Marradi)
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ORA SETTEMBRINA
Levato, il vento inebriò la selva.
Ebbro anch'esso del fragoroso volo
l'ali batteva cupide di spazio:
piega e sbianca il fogliame al suo passare.
E le starne si adunano, in sospetto
di quello stormire alto ampio all'intorno
e dimenare di furenti braccia.
Mentre, a ridosso dell'annoso muro,
il cacciatore, là, sotto la frasca
dell'osteria seduto in pace, beve
limpido vino e il ciel terso rimira.
A' suoi piedi sognando, il bracco vede
lepri fuggire, e guàiola nel sonno.
(Gustavo Botta)
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SETTEMBRE
Ancor nei rovi occhieggiano le more
come pupille nere dì ragazze;
e lungo i campi odorano le mazze
esili del finocchio, aperte in fiore.
Ma tra i pampani, ch'arde l'alidore,
vedi le pigne gialle e paonazze.
Allegri! Presto scricchieran le razze
dei carri, con l'aiuto del Signore,
sotto il peso dell'uva. Il tino aspetta.
E tu, nuvola, passa in fretta in fretta.
(Pietro Mastri)
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SETTEMBRE NAPOLETANO
Frondente carro da le purpuree
issate lune, quali i cocomeri
spaccati in giocondi emispèri,
con codazzo di popol pe' i trivi!
Errante grido di fruttivendoli,
che canti i fichi l'uva le pèrsiche
e i colli assolati di tufo
ove asciugano i panni ne 'l vento!
Mattine azzurre, quando su l'organo
coro di donne lauda la Vergine
e i vetri de 'l vecchio convento
si colorano, freschi, di cielo!
Le dita belle dunque d'un angelo
toccar le corde de 'l nostro spirito?
A i cieli ei si fugge si fugge,
come l'ultimo sole pe' i monti.
(Francesco Gaeta)
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SETTEMBRE
Boschi miei
che le nuvole del settembre
lente percorrono
mentre le prime foglie
crollano giù dai rami
e adunano umidore per i sentieri
intanto che nel cielo
gli alberi si denudano –
così come di sera
quando cadono le ombre
giù dalle cime
s'incupisce la terra
e in alto si rivelano
i disegni dei monti
e delle stelle –
miei boschi
vi è tanta pace
in questa vostra muta
rovina
che in pace ora alla mia
rovina penso
e sono come chi
stia sulla riva di un lago
e guardi miti le cose
rispecchiate dall'acqua –
(Antonia Pozzi)
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