Quel giorno entrai in un antico palazzo e salii le scale fino al settimo piano, dove trovai una porta sola, era quello dunque l'appartamento che cercavo, allora suonai il campanello e attesi, poco dopo sentii una voce stridula chiedere:
«Chi è?»
«Sono io» risposi,
e lei: «Io chi?»
pronunciai allora il mio nome e subitamente udii la persona di dietro alla porta togliere il catenaccio, poi la porta fu aperta e mi trovai davanti una vecchia signora dal volto rugoso e vestita di nero; mi sorrise dicendo:
«Prego, entri pure».
«Permesso?» io dissi e mi feci avanti, mi accorsi allora che c'era un salone semibuio, con una finestra che, chiusa, faceva trapelare, grazie ad una persiana rotta, un filo di luce.
Mi guardai intorno e vidi soltanto mobili vecchi, sentivo anche un forte odore di muffa e iniziai ad avere voglia di andarmene.
«Lo vuole un caffè?» mi chiese l'anziana signora
«No, grazie» risposi «ho fretta perchè devo fare molte altre cose...»
Allora lei disse: «Le porto subito quella cosa»
e si diresse verso un'altra stanza in fondo al salone, aprì la porta ed entrò, dopo pochi secondi tornò e in una mano teneva una lettera.
«Tenga» disse «questa è per lei»
«Grazie» le dissi, pur non sapendo che lettera mai fosse.
Salutai ed uscii da quel tristo tugurio, scesi le scale velocemente e mi sentii molto sollevato.
Camminando per la strada ancora pensavo alla vecchia, all'interno di quell'appartamento e provavo tristezza, desolazione, squallore.
Poi mi ricordai della lettera che nel frattempo avevo riposto nella tasca del soprabito. La aprii e lessi quello che vi era scritto, diceva:
«Caro Leonardo, tu oggi hai visitato la tua anima».
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