"Nel 1942 il primo impulso a scrivere versi mi venne, più che dalla vita e dalla realtà, dall'arte, dalla cultura. Mi avevano colpito le poesie di due vecchi compagni d'università: Francesco Arcangeli e Antonio Rinaldi; e quelle di Pompeo Bettini, che Benedetto Croce aveva ristampato nell'inverno precedente. Da Laterza seguivo, oltre a ciò, i miei amici storici dell'arte - lo stesso Francesco Arcangeli, Giuseppe Raimondi, C. L. Ragghianti, Cesare Gnudi, Giancarlo Cavalli - sulle tracce dei pittori ferraresi e bolognesi del Cinque e Seicento: cosicché la campagna tra Ferrara e Bologna, che il mio treno percorreva quasi quotidianamente, mi mostrava attraverso i colori, intrisi d'una luce come velata, di quelle antiche pitture. La primavera del '42! Stalingrado, El Alamein, e il futuro incerto, oscuro... Eppure, nonostante tutto, la vita non mi è mai più apparsa così bella, così bella e struggente come allora".
Ai poeti citati da Bassani, che molto hanno contribuito al fare poetico dello stesso, sarebbero secondo me da aggiungere anche alcuni corregionali come Gaetano Arcangeli, Riccardo Bacchelli, Attilio Bertolucci e, per la presenza di una sottile vena malinconica, Marino Moretti.
Tornando alla raccolta intitolata L'alba ai vetri, si nota una certa severità dell'autore nel selezionare i versi fino ad allora scritti e pubblicati. Vi sono infatti altre poesie che non figurano qui, di indubbio valore. In conclusione voglio trascrivere due poesie che fanno parte di questo volume.
ARS POETICA
E non resti di me che un grido, un grido lento,
senza parole. Nessuna mai parola: ché premio
m'eri, o frana celeste ed intima, tu sola.
Nel cielo senza tremito, quest'onda, quest'accento...
(da "L'alba ai vetri", Einaudi, Torino 1963, p. 66)
***
CANZONE
Tu che un profumo richiami per me
dal nulla tutti i fiori
che negli anni hai sommesse ombre distrutti,
distruggimi, purché
ogni sera, a un'addio d'esuli cori,
io ritorni dal nulla per chi m'amò a rivivere.
Di nulla incoronato, fammi per sempre re
di chi m'ha amato.
(da "L'alba ai vetri", Einaudi, Torino 1963, p. 67)
Ho letto alcuni dei libri più importanti di Bassani: non sapevo, però, che avesse scritto anche delle poesie. Grazie, Leonardo, per aver colmato questa mia lacuna.
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