domenica 14 luglio 2024

Confidalo all'insetto

 La poesia intitolata Confidalo all'insetto, fu scritta da Donata Doni (sinonimo di Santina Maccarone, 1912-1973) in un momento di acuta sofferenza morale, quasi certamente a causa di un tradimento ricevuto da una persona da lei ritenuta intima amica. In questi pochi versi la Doni, con un risentimento palpabile verso l'intero genere umano, si rivolge a ogni anima pura, semplice, incapace di captare qualsiasi subdolo comportamento di chi gli sta vicino, invitandola a non confidarsi mai con qualunque suo simile. Meglio avere fiducia di un disgustoso insetto che striscia lungo le pareti di casa, piuttosto che contare sull'amicizia e sulla discrezione di un essere umano. Sono parole molto dure, che manifestano profonda amarezza, ma nello stesso tempo esprimono una sincerità che la poetessa lucana ha sempre messo al primo posto, nel suo fare poetico. A proposito di Donata Doni, vorrei dire una volta ancora che è stata un'ottima poetessa, inspiegabilmente trascurata o ignorata dai critici (e purtroppo anche dal pubblico). Uno dei pochi, grandi poeti che compresero il talento della Doni, fu Diego Valeri (la ebbe anche come allieva all'università); fu egli stesso che scrisse una interessantissima prefazione al volume da cui ho trascritto questa poesia. 



CONFIDALO ALL'INSETTO


Se hai un segreto,

confidalo all'insetto,

che striscia la parete

della tua stanza.

Dammi ascolto:

costringi

la paura, il ribrezzo.

Per il tuo segreto

quello è un amico:

ti disgusta, ma tace.


                                    Roma, Monte del Gallo, 4 aprile 1964


(da: Donata Doni, "Il fiore della gaggìa", Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1973, p. 25)

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