Nacque a Filadelfia, in provincia di Catanzaro, nel 1909; morì a Roma nel 1987. Pubblicò i suoi versi su alcune riviste - tra le quali Maestrale, La Fiera Letteraria e Dialoghi - e in poche raccolte poetiche che comunque coprono un arco temporale piuttosto lungo (più di quarant'anni). Le poche notizie bibliografiche rintracciabili dicono che, dopo la laurea in Lettere, iniziò ben presto a insegnare presso vari licei della capitale. Le sue liriche, decisamente lontane dall'ermetismo, mostrano evidenti simpatie per diversi prestigiosi poeti del primo Novecento, come Ungaretti, Quasimodo, De Libero, Bertolucci e Caproni. Si nota, in molte delle poesie di Carchedi, una tendenza alla meditazione, un tangibile rimpianto per il periodo dell'infanzia e dell'adolescenza trascorso nei luoghi d'origine così come una ricorrenza dei temi religiosi.
Opere poetiche
"Buio e sole", Edizioni Michele Bonelli, Vibo Valentia 1934.
"Vetera et Nova", Ed. Di Religio, Roma 1940.
"L'uomo e il mare", Il secondo Novecento, Roma 1955.
"Sono sotto le stelle", Edizioni di Dialoghi, Roma 1963.
"Io riconobbi te antico mare", Il secondo Novecento, Roma 1978.
Testi
UDII UNA FONTANA...
Io fui nella notte
rinchiuso in cortice scuro.
Battevo
anelavo all'esterno
come il feto
nell'alvo materno
ed era una pena
stringere i denti
per la liberazione
ed era dolcezza
abbandonarsi all'inconscio
verso il regno del nulla.
Poi venne l'alba
udii la fontana parlare
vidi i rondoni volare
gridando
nel cielo di perla.
(da «Maestrale», Anno II, N. 9, Settembre 1941)
IN DIMIDIO
Mi era lietezza la mestizia, o mare,
ora la vita non ha vita alcuna,
semplice attesa di cose venture.
Ma tu ridammi la tristezza antica
oppur la saggezza, vecchio mare.
1945
(da "L'uomo e il mare", Edizioni "Il secondo novecento", Roma 1954, p. 52)
MA DOVE SONO…
L'immagine mia
di quel tempo
non chiedetela:
è rimasta
sulla calcina dei muri,
tra le spine delle siepi,
panno dimenticato.
Ma dove sono
i monelli miei coetanei?
1951
(da "Sono sotto le stelle", Edizioni di «Dialoghi», Roma 1963, p. 69)
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