domenica 23 marzo 2025

Poeti dimenticati: Alessandro Varaldo

 Nacque a Ventimiglia nel 1876 e morì a Roma nel 1953. Giornalista, critico, commediografo e poeta, fu collaboratore del Corriere Mercantile, della Gazzetta del Popolo e del Messaggero. In gioventù frequentò un cenacolo genovese di poeti come Alessandro Giribaldi e Mario Malfettani, che avevano quale obiettivo, trasportare in Italia la corrente simbolista nata alcuni anni prima in Francia; da tali esperimenti il Varaldo si allontanò ben presto, passando ad una lirica più meditativa e romantica. Intorno ai trent'anni abbandonò la poesia per dedicarsi con discreto successo di pubblico, alla produzione di testi teatrali e romanzeschi.


Alessandro Varaldo



Opere poetiche


"Il 1° libro dei trittici" (con Alessandro Giribaldi e Mario Malfettani), Tip. Gibelli, Bordighera, 1897.

"Marine liguri", Aliprandi, Milano 1898.

"Romanze e notturni", Libreria Editrice Nazionale, Milano 1904.



Presenze in antologie


"Dal simbolismo al déco", a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino 1981, pp. 105-110.

"Poeti simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller, volume secondo, Scheiwiller, Milano 1971, p. 127 e 277. 

"Poeti simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller, volume terzo, Scheiwiller, Milano 1972, p. 286, 289, 292 e 295. 



Testi


LA STATUA CORONATA DI ROSE


Ride forse la strada arida al sole

nel giugno, bianca sotto il cielo bianco?

Un pellegrino curva il capo stanco

sotto l'arsura ed à buone parole.


Una Statua sorge fra le aiole

fiorite, bianca sotto il cielo bianco,

e tutto intorno si dilegua un branco

di pecore in pastura umili al sole.


Una statua splendida di dea

da le perfette forme virginali

in un atto pudico: una ghirlanda


di Rose è al capo de la Rosa théa.

Il pellegrino sosta e par su l'ali

secure i metri in alto gesto spanda.


(da "Il 1° libro dei trittici", Tip. Gibelli, Bordighera 1897, p. 37)





NON PI RICORDI. TUTTA LA RIVIERA


                                                                             Ore 18.

Non più ricordi. Tutta la riviera

fantastica ne l'ombra fugge via

col crepuscolo pallido. Una pia

campana suona ne la dolce sera.


È forse il canto de la capinera

questo? O non forse su la nostalgia

scende con questa piana melodia

la pace adesso che col giorno annera


ne l'aere tutta la memoria, tutta

la mia triste memoria? Oh forse vive

qualche parte de l'anima distrutta,


qualche brandello del muto cor ferito

a morte, qualche cosa che sorvive

a la morte e si slancia a l'infinito?


(da "Marine liguri", Aliprandi, Milano 1898, p. 57)





ROMANZA


È un giorno velato che aduna

la nebbia grigiastra sui monti.

Dolci albe rosate, sanguigni tramonti

sul mar di Liguria, serate di luna!


Ma triste ma pallida sei

memoria del mare sognato

dinnanzi al fulgore del giorno velato

che splende sorride sfavilla per Lei.


(da "Romanze e notturni", Libreria Editrice Nazionale, Milano 1904, p. 38)

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