domenica 2 giugno 2019

Il mattino nella poesia italiana decadente e simbolista


Il mattino nell'interpretazione dei sogni, si riferisce all’inizio di qualche cosa, alla freschezza di nuovi progetti e relazioni, alla speranza ed alla forza per agire che sono tipiche della prima parte della giornata; ma in alcuni casi (come nella poesia di Ferrero) il mattino rappresenta qualcosa da evitare: l'inizio di una nuova giornata faticosa. Nella prosa lirica Grottesco di Luigi Fallacara si evidenzia una riproposizione (riferita al mattino anziché all'alba) di una notissima poesia in prosa di Arthur Rimbaud; sempre a proposito di Fallacara, in un'altra poesia intitolata Queste mattine (che fa parte di una raccolta avente un titolo decisamente rimbaudiano) la prima parte del giorno è spesso associata alla parola "luce" e ciò avviene anche in una poesia di Girolamo Comi (poeta assai somigliante al Fallacara) come si evince da questi versi: luce pensata - giaciglio / casto e lussurioso / d'ogni giornata ch'è stata / felice nel suo volume / caldo di balsami e arioso / di giovani voli di piume... Concetti relativi alla serenità e all'idillio sono espressi anche nella poesia di Botta, mentre nei meditabondi versi di Adobati e di Cazzamini Mussi s'insinua, perfino nei mattini più pregni di rinascita quali sono quelli primaverili, una idea ed una sensazione di morte; altresì, un mattino incerto della prima primavera, può suscitare, in un poeta come De Bosis, rimpianti per la gioventù ormai lontana; pure Diego Valeri, in un caldo mattino estivo, prova un rimpianto profondo per la giovinezza che, così come la vita, lo abbandona lentamente; Donati Petteni, invece, trae spunto da un mattino senza vento, chiaro / e dolce, per rievocare il favoloso tempo dell'infanzia, e constatare di aver perso tutto l'entusiasmo verso la vita che in quel periodo possedeva. Pace e malinconia la fanno da padroni nei versi della poesia Sensazione di mattino autunnale di Roccatagliata Ceccardi; dello stesso autore è anche Melodia mattutina, qui però, sebbene si tratti ancora una volta di un mattino autunnale, s'instaura un'atmosfera tutt'altro che malinconica, ma, piuttosto, incantata e sognante. Un'estasi religiosa, come si evince dal titolo, predomina nei versi di Mattino di grazia, di Pietro Mastri, che descrive le sensazioni piacevoli del poeta, in una mattina di tardo autunno piovosa e tutt'altro che suadente. Infine Giuseppe Casalinuovo parla di un mattino primaverile indimenticabile, nel quale, invitato da una splendida creatura femminile ad allontanarsi con lei in luoghi meravigliosi, ha assaporato le più coinvolgenti gioie della natura rinascente e dell'amore.


Poesie sull'argomento
Mario Adobati: "Serenità" in "I cipressi e le sorgenti".
Gustavo Botta: "Mattinata" in "Alcuni scritti" (1952).
Giuseppe Casalinuovo: "Mattinata" in "Dall'ombra" (1907).
Francesco Cazzamini Mussi: "Pensieri d'un mattino d'aprile" in "Le amare voluttà" (1910).
Guelfo Civinini: "Mattinata" in "L'Urna" (1900).
Girolamo Comi: "luce pensata - giaciglio" in "Smeraldi" (1925).
Girolamo Comi: "Forze che vela un sonno, risalite" in "Cantico del Tempo e del Seme" (1930).
Adolfo De Bosis: "Mattino di marzo" in "Amori ac silentio e Le rime sparse" (1914).
Luigi Donati: "Mattino di Maggio" in "Le ballate d'amore e di dolore" (1897).
Giuliano Donati Pétteni: "A Renata" in "Intimità" (1926).
Luigi Fallacara: "Grottesco" in «Lacerba», febbraio 1915.
Luigi Fallacara: "Queste mattine" in "Illuminazioni" (1925).
Augusto Ferrero: "Triste risveglio" in "Nostalgie d'amore" (1893).
Corrado Govoni "Il mattino" e "Quando s'aprono le finestre" in "Gli aborti" (1907).
Tito Marrone: "Su le cupole d'oro" in "Le rime del commiato" (1901).
Pietro Mastri: "Mattino di grazia" in "La fronda oscillante" (1923).
Ceccardo Roccatagliata Ceccardi: "Sensazione di mattino autunnale" in «Idea Liberale», ottobre 1897.
Ceccardo Roccatagliata Ceccardi: "Melodia mattutina" in "Sonetti e poemi" (1910).
Diego Valeri: "Mattino d'estate" in "Umana" (1916).
Carlo Vallini: "O mattino, mattino che m'appari" in "La rinunzia" (1907).



Testi

MATTINATA
di Gustavo Botta

Salutai l'alba di perla
e l'aurora di rubino;
poi, lo sfarzoso mattino
che di rugiade s'imperla.

Sotto la fùmida gerla
de' sogni, via, tutto chino,
falòtico pellegrino,
era sparito, al vederla

la prim'alba, nel barlume,
il vecchione in bigi veli.
Oh stupori antelucani!

Ma versaste a piene mani
voi, buoni angioli, dai cieli
fiori e luce: e rise il fiume.

(da "Alcuni scritti")




SENSAZIONE DI MATTINO AUTUNNALE
di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi

La nebbia azzurra e pigra
su l'alberete gialle
torpe - una nube emigra
tacitamente a valle:
oh il bianco-azzurro velo
per la terra e sul cielo!

E di tra 'l bianco-azzurro
velo che move in lente
parvenze pel sussurro
del fogliame cadente
la veste d'or trascina
il sole in su la brina.

E in suo viaggio posa
tra fronda e fronda come
augel di radiosa
penna che da le chiome,
scenda, di folti rami,
lontanando richiami.

O pace de la villa
ne la stagion che accuora,
una gronda che stilla,
una zolla che infiora
per consolarne il verno,
un fior di Sampiterno!

- Pace misteriosa
di chi sognando cede
a un lento errore; e n'osa
meditar, e ancor crede!
ma a tratti ode da presso
un fruscìo di Cipresso...

Solitaria mattina
dal rassegnato viso,
che risplende di brina
in suo quieto riso,
tu somigli la mia
vaga melanconia:

quelle onde il cor m'agogna
profonde vie di cieli,
e lucid'ombre sogna
tra bianchi e azzurri veli:
e d'un tumulto in cima
s'infiora d'una rima.

[da "Colloqui d'ombre. Tutte le poesie (1891-1919)"]


Julian Ashton - Tamarama Beach, forty years ago, a summer morning
(da questa pagina web)


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