lunedì 25 luglio 2016

Poeti dimenticati: Giosuè Borsi

Nacque a Livorno nel 1888 e morì a Zagora nel 1915. Dopo gli studi classici, ancora diciannovenne, cominciò a pubblicare i suoi versi. Si laureò in Giurisprudenza nel 1913. Dopo alcuni importanti lutti familiari si convertì al cattolicesimo e quindi partì volontario per la Grande Guerra, dove trovò la morte a soli ventisette anni. Le sue liriche, nel solco della tradizione, ebbero un discreto, momentaneo successo. Fu, in sostanza, un seguace del Carducci.




Opere poetiche

"Versi", Gazzetta Livornese, Livorno 1905.
"Primus fons", Zanichelli, Bologna 1907.
"Scruta obsoleta", Zanichelli, Bologna 1910.
"Versi 1905-1912", Le Monnier, Firenze 1922.





Presenze in antologie

"Antologia della lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C., Milano 1923 (pp. 288-290).
"Le più belle pagine dei poeti d'oggi", 2° edizione, a cura di Olindo Giacobbe, Carabba, Lanciano 1928 (vol. I, pp. 151-163).
"Antologia della lirica contemporanea dal Carducci al 1940", a cura di Enrico M. Fusco, SEI, Torino 1947 (pp. 190-192).
"Antologia della lirica italiana. Ottocento e Novecento", nuova edizione, a cura di Carlo Culcasi, Garzanti, Milano 1947 (p. 312).




Testi

NEBBIA

Lodo la nebbia: sia ch'essa vapori
d'una bianca corona i monti oscuri
e li ricuopra di velami puri,
di virginali impenetrati albori;

sia che pènetri grigia e trascolori
le città grige nelle vie, tra i muri,
e in fantasmi silenti trasfiguri
i frettolosi incerti viatori;

sia che col ciel si fonda in una densa
bianchezza, come un velo, sopra le onte
della misera Terra triste immensa,

e, coi candori immacolati e belli,
limitando d'intorno l'orizzonte,
impiccolisca il Mondo e lo cancelli.


(Da "Poesie 1905-1912")

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