Nacque a Roma nel
1885 e ivi morì nel 1955. Sono poche le notizie che riguardano la sua vita: è
noto che si laureo in legge, che in gioventù scrisse e pubblicò versi
frequentando il cenacolo di poeti romani molto vicini a Sergio Corazzini;
infine si dedicò all'attività di critico teatrale. Le due raccolte poetiche
pubblicate da Ruberti evidenziano una simpatia nei confronti della poesia
parnassiana e un gusto che si rifà ai classici latini. Non sono assenti
elementi che lo accomunano alla lirica crepuscolare, in particolare a quella
dell'amico Corazzini.
Opere poetiche
"Le
fiaccole", Roux & Viarengo, Roma-Torino 1905.
"Le
Evocazioni", Casa Editrice Centrale, Roma 1909.
Presenze in antologie
"I
crepuscolari", a cura di Nino Tripodi, Il Borghese, Milano 1966 (pp.
397-405).
"I
crepuscolari", a cura di Francesco Grisi, Newton Compton, Roma 1990 (pp.
337-344).
"Neoidealismo e
rinascenza latina tra Ottocento e Novecento", a cura di Angela Ida Villa,
LED, Milano 1999 (pp. 584-609).
Testi
ALLA SOGLIA
Oggi passai,
Marcella,
innanzi all'antica
tua casa
e le memorie come un
flutto
di un subito han
l'anima invasa.
Ahi quanto il tempo
ha distrutto
dal primo tuo amore,
dalla mia
ribellione!...
Fissato ho il vecchio
balcone
senza rancore.
Dove se' or tu,
bambina?
Mi sembra ch'io debba
vederti
spuntar di sotto la
tendina
tra i vasi dei rossi
gerani,
agitar le piccole
mani
o il leggiadro
grembiale
ne' brevi segni
occulti...
Di fronte, lassù pel
viale,
dai filari dei
virgulti
a quando a quando una
morta
gialla foglia si
stacca.
A grandi mucchi le
foglie
giaccion su la terra
smorta:
autunno! autunno! le
tue spoglie
dorate, il tuo virile
casco
già cedon al punger
della brezza!
La giornata è grigia;
ha una tristezza
dolce e pensosa, una
lontana
chiarità indefinita:
sei tu dunque
partita?
sei tu dunque
perduta?
E nulla del passato
ti resta,
come a me, nel
vecchio cuore?
E la scorsa vita una
molesta
pagina di un libro
obliato
ti sembra? Pure tutto
è stato:
l'amor defunto,
l'oblianza;
come la sottile
fragranza
di un peccato che non
ha ritorno,
l'Autunno dolce, il
vecchio giorno,
la soglia appena
intravveduta,
la piccola veranda
muta
e chiusa sotto il
ciel piovorno.
(Da "Le
Evocazioni")
Queste liriche mi ricordano lui che incontrai bambino negli anni 50 .Di lui ricordo la figura di un uomo sulla cinquantina vestito da lord inglese dell'ottocento con I capelli lunghi alla paggio. Camminava con sussiego e con aria trasognata lungo il viale Stradone a Faenza, sempre col suo bastone col pomello di avorio.Un giorno chiese come mi chiamavo: Sergio risposi, al che rimase stupito dicendo che aveva un amico con quel nome. Ricordi che rimangono impressi per sempre.Poi scomparve e non lo rividi mai piu'
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