"I
Crepuscolari", a cura di Nino Tripodi, Edizioni del Borghese, Milano 1966,
è a tutt'oggi la migliore antologia mai dedicata ai poeti crepuscolari. I
motivi consistono sia nell'accuratezza della prefazione e della presentazione
dei poeti del gruppo, selezionati con generosità e antologizzati
abbondantemente; sia nella presenza di una parte che si occupa delle influenze
della poesia crepuscolare su quella dei poeti che li seguirono
cronologicamente: partendo dai coetani e giungendo fino alle generazioni che
all'uscita dell'antologia avevano da poco passato i quarant'anni. Belle anche
le foto presenti all'interno del libro che spesso ritraggono i volti dei poeti
più o meno importanti appartenenti alla corrente citata. L'opera di Tripodi è
formata da un elevato numero di pagine (ben 590) nessuna delle quali risulta
sprecata, anzi, quasi sempre va ritenuta quale prezioso documento attestante
l'attività interessantissima di quello che fu, almeno a mio parere, il gruppo
di poeti più importante del XX secolo. Ecco infine l'elenco dei poeti
antologizzati in "I Crepuscolari", che segue l'ordinamento scelto da
Tripodi, diviso in due parti (i "veri" crepuscolari appaiono nella
prima).
PARTE PRIMA
Guido Gozzano, Sergio
Corazzini, Marino Moretti, Fausto Maria Martini, Corrado Govoni, Guelfo
Civinini, Aldo Palazzeschi, Carlo Chiaves, Giulio Gianelli, Carlo Vallini, Nino
Oxilia, Auro D'Alba, Tito Marrone, Enzo Marcellusi, Remo Mannoni, Yosto
Randaccio, Guido Ruberti, Alberto Tarchiani, Giorgio Lais, Giuseppe Caruso,
Guido Milelli, Giuseppe Altomonte.
PARTE SECONDA
Diego Valeri,
Lionello Fiumi, Eugenio Montale, Umberto Saba, Ardengo Soffici, Camillo
Sbarbaro, Mario Venditti, Augusto Garsia, Nicola Moscardelli, Bino Binazzi,
Vittorio Sereni, Gino Bonomi, Virginio Mazzarella, Attilio Canilli, Marco
Visconti, Luciano Erba, Elio Pagliarani, Fiore Torrisi.
Gia... bene o male la seconda parte dovrebbe essere consacrata agli epigoni. A parte Montale, che fu crepuscolare in una prima fase (non conosco questa antologia ma immagino la scelta dalle poesie del ligure verta su pezzi come "Elegia", "Musica silenziosa" e soprattutto "Accordi", insomma sui reperti del protomontale). Come più autenticamente crepuscolare vi riconosco invece Mario Venditti, già appartenente alle scuderie "Taddei".
RispondiEliminaNella seconda parte vi sono alcuni epigoni ma anche poeti di prim'ordine del Novecento, che nel loro excursus poetico hanno attraversato una fase crepuscolare o comunque sono stati influenzati, più o meno sporadicamente, dai versi di Gozzano, Corazzini, Govoni, Moretti ecc.
RispondiEliminaVi compare anche qualche poeta della "Quarta generazione" e addirittura dei "Novissimi", e ciò non deve sorprendere più di tanto poiché alcuni illustri critici letterari nei primi decenni del secondo Novecento parlarono, a proposito della nuova poesia italiana, di un ritorno al crepuscolarismo che, in parte e con connotati non precisissimi, in effetti si verificò.