C'è chi lo ama e chi lo detesta, chi lo desidera e chi lo teme: il silenzio, a causa di differenti situazioni esistenziali o, più semplicemente, per questioni di mere preferenze personali, non risulta piacevole a tutti gli esseri umani. Come è facile intuire, la totale mancanza di voci o di rumori può causare, in alcuni individui, una sorta di ansia (se non di angoscia); tanto più se tale silenzio perdura in presenza di altre persone che, per scelta, decidono di tacere. Ma quante anime, che vivono tutti i loro giorni nelle chiassosissime città moderne, desidererebbero vivere, almeno per un po' di tempo, in luoghi in cui domina il silenzio? Personalmente ritengo il silenzio come qualcosa di estremamente opportuno in determinati casi; mentre in altri (soprattutto quelli in cui la noia la fa da padrone) mi risulta per lo meno spiacevole. Ma di quali silenzi si parla nelle dieci poesie che ho trascritto in questo post? C'è il silenzio di chi ha paura, perché si trova in una situazione di pericolo a causa di una guerra devastante. C'è il silenzio di chi non riesce a parlare, perché gli è appena accaduto qualcosa di estremamente grave, e non può fare altro che rimanere attonito, quasi incredulo, a meditare sul disastro. C'è il silenzio di chi è innamorato, e di fronte agli occhi di una ragazza rimane muto, bloccato a causa della fortissima emozione che lo sovrasta. C'è il silenzio della felicità condivisa, quel silenzio che viene da sé, perché quando si è tanto felici non c'è alcun motivo di aprire la bocca e parlare. C'è il silenzio della solitudine di un uomo che, pensieroso, cammina col suo cane, e che all'improvviso ha la strana sensazione di essere l'unico uomo rimasto sulla terra, percependo il suo stato di solitudine come qualcosa di irrimediabile, di definitivo. E ancora la solitudine, unita alle tante ingiustizie subite, rendono un altro uomo muto, incapace di pronunciare qualsiasi parola a causa della iniquità patita lungo la sua esistenza, che ora è divenuta qualcosa simile ad un "mostruoso incubo", terrorizzante a tal punto da costringere l'uomo all'assoluto silenzio. C'è infine il silenzio dei morti: quelli che ci erano più cari, e che ci capita di ricordare spesso, perché noi amavamo loro, e loro amavano noi; è questo il silenzio più duro da sopportare, perché siamo ben consci del fatto che quelle persone così importanti per noi, non ritorneranno più, e se provassimo a chiamarle per nome, non risponderebbero; il loro silenzio è il nostro dolore più intenso, e non possiamo attenuarlo, tanto meno farlo passare.
IL SILENZIO IN 10 POESIE DI 10 POETI ITALIANI DEL XX SECOLO
FIORE DEL SILENZIO
di Gaetano Arcangeli (1910-1970)
I silenzi più fondi
li ascoltai tra un passaggio
e l’altro di aerei
(e la luce del giorno
non era più che una vibrazione
dello spasimo muto delle sorti);
quando voci infantili
accennanti al pericolo,
scendenti in tumulto da altane,
lasciavano, spegnendosi, deserta
l’attonita periferia...
Poi, nell’ingorgo tetro del rifugio,
portavo quell’immagine
di fiore del silenzio
a odorare segreta in mezzo all’ansia.
[da "Solo se ombra (1941-1953)", Scheiwiller, Milano 1995, p. 29]
SILENZIO D'AMORE
di Arnaldo Beccaria (1904-1972)
Le parole d'amore che, compiute,
vorrei dirti, e ordinate
in un fluido discorso,
si rapprendono invece
in grumi di silenzio
dentro di me, se gli occhi miei s'incontrano
con i verdi tuoi occhi e il tuo sorriso.
E come quella luce
che sulle foglie brulica
dell'alberello
che si scapriccia al vento,
così l'anima mia trema e si frange.
(da "sull'orlo del cratere", Mondadori, Milano 1966, p. 172)
SILENZIO
di Vittorio Bodini (1914-1970)
Era un silenzio
calzato di sandali verdi
e con la fronte d'un soldato antico
(quegli oscuri soldati
dal cui labbro, nell'urto delle schiere,
escono inaspettate
parole d'una semplice grandezza).
(da "Tutte le poesie", BESA Editrice, Lecce 1997, p. 117)
SILENZIO ORANTE
di Olinto Dini (1873-1951)
Vado per alpi, e s'incupisce l'aria.
Spontaneo licenzio
da me un roseo lieto immaginare,
e il cuore mi si nega
ad altro che non sia sacro mistero.
M'è augusto ogni pensiero.
Par tempio questa valle solitaria,
e l'alpi paiono are
solenni d'un silenzio
che prega.
(da "Poesie", Edizioni d'Arte Rassegna, Bergamo 1971, p. 147)
SILENZIO
di Luca Ghiselli (Cesare Ghiselli, 1910-1939)
Silenzio,
su tutta la veglia silenzio.
Smessa la passione, spento il fuoco,
chiediamo perdono a noi stessi.
Così, dopo il terremoto,
la gente provata si siede sulla strada
fra le rovine, a dormire per espellere
l'ultimo brano d'angoscia.
Più tardi verrà la malinconia.
(V., 31-834)
(da "Prose e versi", Pananti, Firenze 1985, p. 354)
CADEVA LA SERA VERSO CASA
di Angiolo Silvio Novaro (1866-1938)
Cadeva la sera verso casa
Ci affrettavamo.
Stanco era il cane, e tu fanciullo
Lo tenevi al guinzaglio.
Muta la mamma,
Muti noi due,
Allungavamo il passo.
Perché avremmo dovuto
Parlare?
Eravamo così felici!
Guardavamo il mare
Trascorso da soffi
Terreni di vento,
Dipinto a riflessi
Di tramonto ultimi rosa,
Aspiravamo l'odore
Del timo.
Perché avremmo dovuto
Parlare?
Eravamo così felici!
Pregustavamo la casa
Musicale,
La mensa illuminata,
L'amico tepore,
La sacra intimità,
Le armonie
Di nuovi amorevoli gaudiosi sensi.
Perché avremmo dovuto
Parlare?
Eravamo così felici!
E non era che un sogno!
(da "Tempietto", Mondadori, Milano 1939, pp. 46-47)
IL SILENZIO DEGLI SCHIAVI
di Salvatore Quasimodo (1901-1968)
Notte, o calice azzurro di musica,
fiori portiamo ai tuoi altari di cenere,
or che le lampade d'oro
alle porte dei tempî sono accese.
Con diverse cadenze,
diciamo ciò che, in natura, è la stessa cosa;
ma sul cammino, la luce era del sole,
l'acqua che addormentò la nostra sete
era fiore di roccia sempre fresco,
e l'acqua, come il sole, era la stessa.
Dacci silenzio pei nostri divini convegni;
lo schiavo che, nella casa lontana,
lasciò l'ultimo sogno come un fuoco acceso,
sa anche pregare, sorella buona
che chiudi gli occhi ai fanciulli
ne l'ora che chiudi le rose.
(da "Tutte le poesie", Mondadori, Milano 1995, p. 475)
SILENZIO
di Umberto Saba (Umberto Poli, 1883-1957)
Camminavo, pensavo, muto, con gli occhi bassi.
Erano senza meta quei pensieri e quei passi.
Precedeva il mio cane.
Io lo seguivo, ignaro. Questa volta era il cane
che conduceva l'uomo, erano l'orme umane
dopo, prima le sue;
vedevano i ferini occhi per ambedue
le forre della strada.
Dove fu questo? Quando? Come la mente invasa
fu da quello stupore di sonno? Ancora questo
so: all'improvviso desto
mi ritrovai fra i muri di tacito sentiero.
Sopra era piombo il cielo, e m'agghiacciò un pensiero
strano: tanto profondo
udii intorno il silenzio, senza voci lontane,
che mi parve di essere solo, con il mio cane
solo nel tetro mondo.
(da "Tutte le poesie", Mondadori, Milano 1994, p. 743)
IL SILENZIO
di Giorgio Vigolo (1894-1983)
Sopra l'immenso muro di granito
non puoi graffiare il minimo segno,
così sul buco della solitudine
è vano sogno incidere parole.
E come nell'immensa arida rupe
l'acqua è dimenticata nel profondo,
così dal masso del lungo dolore
indurito da anni nel silenzio
nessun miracolo desta una fonte.
Tutti i monti stanno sopra il mio petto
e sul mio cuore il peso dell'offesa;
l'iniquità che patì la mia vita
come mostruoso incubo mi schiaccia,
mi respinge nel cuore le parole.
(da "La luce ricorda", Mondadori, Milano 1967, pp. 287-288)
SILENZIO
di Giuseppe Villaroel (1889-1965)
Padre, le sere i lunghi treni a riva
e le stelle sospese alle scogliere,
a risacca di mare. Il vento secco
delle zàgare nuove nei giardini.
Segno di lume alla finestra e il cupo
dorso selvoso del vulcano. Entravi
alto nell'ombra. La cucina nera
schermata dalle fiamme e il volto chino
della mamma. Di voi solo silenzio
ora resiste. Lucida dal mare
la notte cala sui velieri antichi.
(da «La Fiera Letteraria», Anno XI, n. 18, 29 aprile 1956)
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Lucien Lévy-Dhurmer, "Le Silence" (da questa pagina web) |