mercoledì 9 novembre 2016

Poeti dimenticati: Corrado Corradino

Nacque a Torino nel 1852 e ivi morì nel 1923. Inizialmente visse e lavorò nel capoluogo piemontese; in questo periodo collaborò alla rivista "Serate italiane" e poi fu libero docente all'Università di Torino. Trascorse quindi alcuni anni in Svizzera come insegnante di letteratura italiana al Politecnico di Zurigo. Tornò infine a Torino, dove rimase fino alla morte. Il suo esordio poetico fu salutato con fervore ma, alla lunga, la sua fama diminuì drasticamente. Fu, a seconda dei tempi in cui il suo estro poetico si manifestò: carducciano, scapigliato, realista, mistico e, nelle ultime poesie rimaste inedite fino alla morte, anche simbolista.



Opere poetiche

"Primi versi", Casanova, Torino 1878.
"Su pe 'l calvario", Casanova, Torino 1889.
"Amore montanino", La Letteratura Edit., Torino 1890.
"La buona novella", Treves, Milano 1910.
"Poesie scelte fra le edite e le inedite", Casanova, Torino 1937.



Presenze in antologie

"Dai nostri poeti viventi", 3° edizione, a cura di Eugenia Levi, Lumachi, Firenze 1903 (p. 117).
"I Poeti Italiani del secolo XIX", a cura di Raffaello Barbiera, Treves, Milano 1913 (pp. 1262-1263).
"La fiorita francescana", a cura di Tommaso Nediani, Istituto italiano d'arti grafiche, Bergamo 1926 (pp. 85-86).
"Poeti minori del secondo Ottocento italiano", a cura di Angelo Romanò, Guanda, Bologna 1955 (pp. 295-303).
"I poeti minori dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958 (vol. IV, pp. 184-187).
"Poeti minori dell'Ottocento italiano", a cura di Ferruccio Ulivi, Vallardi, Milano 1963 (pp. 511-516).
"Dio borghese", a cura di Adolfo Zavaroni, Mazzotta, Milano 1978 (p. 146).
"Poeti della rivolta", a cura di Pier Carlo Masini, Rizzoli, Milano 1978 (pp. 187-192).
"Poeti per Torino", a cura di Roberto Rossi Precerutti, Viennepierre, Milano 2008 (pp. 27-28).



Testi

AZZURRO

Trionfator delle tenèbre, in cielo
L'azzurrino vessil spiega il mattino:
Appar sul disco della luna un velo
Qual tremolio di bianco e d'opalino:
Ed azzurro è il vapor che dalla fonte
Si leva in densa nuvola, o Maria:
L'onda del mare è azzurra, e azzurro è il monte...
                    Azzurro è simpatia.

Nei paesi ove il sole è più cocente,
Ed ove eterno è di natura il riso,
Svolazza un augellin liberamente,
E lo chiamano — uccel di paradiso: —
Azzurre ha l'ali, azzurro il corpicino.
Lo diresti un zaffir, bionda Maria...
Perchè il chlamar con quel nome divino?
                    Azzurro è simpatia.

E azzurro è il mar, la faccia sua serena,
Quando il lene dell'onde sue susurro,
Inno è di pace e canto di sirena;
E il cielo è vivo argento in campo azzurro.
E tu, cosa di cielo, in azzurrino
Velo ti avvolgi, candida Maria:
Come sei cara e bella in quel divino
                    Color di simpatia!

(Da "Primi versi")




TRISTE STORIA

Su la città cade la notte. A lento
Passo ritorna per la strada usata
La povera fanciulla, dal tormento
Di undici faticate ore prostrata.

E pensa. E ascolta un timido lamento
Venirle su dall'anima domata;
Onde stringe con ira al macilento
Petto il guadagno vii de la giornata.

Vede frattanto, avvolte ne le trine,
Correre ai balli e al fasto de le cene
Le ossequiate celebri sgualdrine.

Vede, e le brucia in cor la febbre insana.
E un uomo intanto con parole oscene
Le alita in viso l'anima villana.

(Da "Su pe 'l Calvario")


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