Il nome di Angiolo Silvio Novaro oggi non dice più nulla o quasi. Pure, circa un secolo fa, fu ritenuto uno dei poeti più promettenti, soprattutto in seguito all'uscita, nel 1910, de Il Cestello: volumetto di poesie dedicate al pubblico infantile che in breve tempo diventò un tesoro da saccheggiare per gli autori di libri per l'infanzia. Novaro scrisse, sia prima che dopo l'opera menzionata, versi che spiccano per semplicità e grazia, traendo l'ispirazione dalla bellezza della natura e dalla gioia degli affetti familiari; ottenne ai suoi tempi una discreta fama che aumentò quando, nel 1933, fu nominato accademico d'Italia. Nel Cestello ci sono alcune poesie che furono lette e imparate a memoria da molte generazioni del XX secolo; si potrebbero citate vari titoli ma mi limito a ricordarne due: Che dice la pioggerellina di marzo? e I doni. Ecco quindi, per concludere, il testo della seconda lirica citata, un vero esempio di grande fantasia, armonia e semplicità. Dopo la poesia c'è un'immagine tratta da una edizione illustrata de Il Cestello.
I DONI
Primavera vien danzando
Vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
- Ghirlandette di farfalle,
Campanelle di vilucchi,
Quali azzurre, quali gialle
E poi rose, a fasci e a mucchi.
E l'estate vien cantando
vien cantando alla tua porta,
Sai tu dirmi che ti porta?
- Un cestel di bionde pèsche
Vellutate, appena tocche;
E ciliege lustre e fresche
ben divise a mazzi e a ciocche.
Vien l'autunno sospirando
Sospirando alla tua porta,
Sai tu dirmi che ti porta?
- Qualche bacca porporina,
Nidi vuoti, rame spoglie,
E tre gocciole di brina,
E un pugnel di morte foglie.
E l'inverno vien tremando.
Vien tremando alla tua porta,
Sai tu dirmi che ti porta?
- Un fastel d'aridi ciocchi,
Un fringuello irrigidito;
E poi neve, neve a fiocchi,
E ghiacciuoli grossi un dito.
La tua mamma vien ridendo,
Vien ridendo alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
- Il suo vivo e rosso cuore,
E lo colloca a' tuoi piedi
Con in mezzo, ritto, un fiore:
Ma tu dormi, e non lo vedi.
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