Poesie sull'argomento
Mario Adobati: "I cigni e la rena" in "I cipressi e le sorgenti" (1919).
Enrico Cavacchioli: "I cigni" in "Le ranocchie turchine" (1908).
Federico De Maria: "Il Cigno" in "Voci" (1903).
Giuliano Donati Pétteni: "I cigni" in "Intimità" (1926).
Augusto Garsia: "Il canto del cigno" in "Opposte voci" (1921).
Giacomo Gigli: "Riflessi" in "Maggiolata" (1904).Corrado Govoni: "I cigni" in "Le fiale" (1903).
Arturo Graf: "Il canto del cigno" in "Medusa" (1890).
Ettore Moschino: "Il cigno" in "I Lauri" (1908).
Giovanni Pascoli: "Il transito" in "Primi Poemetti" (1904).
Aurelio Ugolini: "Ninfee e cigni" in "Viburna" (1908).
Teofilo Valenti: "L'isola dei cigni" in "Le Visioni" (1906).
Testi
RIFLESSI
di Giacomo Gigli
Come nel cielo di maggio limpido
piccola bianca nuvola,
tranquillo vagola il cigno candido
per l'acqua cheta, immobile;
Talor col becco giallo le morbide
piume del dorso tergesi,
talora immerge ratto la piccola
testa piegando l'agile
collo, talora tutto riscotesi,
preso come da un brivido:
le penne bianche riflessi tremuli
ànno, bagliori argentei.
Entro lo specchio terso del liquido,
intera in ogni margine,
dritta, del cigno la pura imagine:
e, insieme al cigno, gli esili
rami spioventi dei lunghi salici
- i salici davidici -,
pietre muscose cui veste l'edera,
muse paradisiache.
Da un ramo stanco gialla staccatasi,
or bacia l'acqua un'arida
foglia: or nel placido lago ella mirasi:
sull'acqua corre un fremito:
- Quali invisibili fate sospirano?
tutto ritorna immobile:
il cigno guata con l'occhio stupido:
un pettirosso spittina.
(Da "Maggiolata")
Nessun commento:
Posta un commento