Che tenerezza m’infonde la visione degli spaventapasseri! Questi pupazzi che si trovano, spesso, in mezzo a dei campi coltivati, sempre soli e sempre in piedi, sempre zitti e sempre dritti, con le braccia allargate e con quei loro volti così buffi…
Restano immobili sempre e comunque, con il cappellaccio squarciato, che se tira un po’ di vento gli cade in terra; coi loro stracci: una maglia sfibrata e logora oppure una giacca ammuffita, dei pantaloni stravecchi e, nel migliore dei casi, con un fazzoletto dai colori sfolgoranti al collo. Se ne stanno lì, a fare la guardia, a proteggere il campo seminato dagli uccelli affamati.
E poi piove, a volte nevica addirittura, ma loro non si muovono: non abbandonano il campo, fedelissimi al compito che gli è stato assegnato. E anche quando, ormai, gli uccelli si avvicinano a loro sempre di più, e non li temono ma quasi li sbeffeggiano, non demordono dal loro lavoro.
Ciao, poveri spaventapasseri, creati dagli esseri umani per sostituirli, per fare ciò che a loro scoccerebbe, non gli somigliate per nulla agli uomini, e non fate paura a nessuno; siete soltanto dei cenciosi pupazzi capaci d’ispirare una grande simpatia ed una enorme tenerezza!
che indossa vestiti
poveri, vecchi e brutti
è in mezzo ad un campo.
Non dice parole,
non piange e non ride,
è sempre all'impiedi
e non dorme mai.
Ha le braccia aperte
ogni notte e ogni dì,
guarda sempre davanti
l'orizzonte lontano.
Gli uccelli temendolo
distanti si aggirano
da quello stranissimo
orribil tipaccio.
Ma poi piano piano
si fanno coraggio
giungendo a due passi
dal mite spauracchio.
Poi il più coraggioso
gli vola sul capo
posandosi proprio
sul suo cappellaccio;
nessuna reazione
quel losco figuro,
quel tristo individuo
si prova a mostrare.
Allora altri uccelli
trovato il coraggio
raggiungono il primo
spavaldo compagno.
E In pochi minuti
quel bravo guardiano
si trova coperto
da cento animali,
ben presto per questo
sarà eliminato,
avendo fallito
la grande missione
cui egli, paziente,
serioso e preciso
si è dedicato
con tutte le forze.
Ma, ahimè, tutto ciò
a nulla gli valse
e infin, tristemente
sparire dovrà.
Nessun commento:
Posta un commento