venerdì 27 luglio 2012

A proposito di alcuni poeti dimenticati

Tra i poeti italiani dimenticati, e in particolare tra coloro che vissero e pubblicarono le loro opere a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, ne andrebbero rivalutati almeno una decina; uno di questi è senz'altro Cosimo Giorgieri Contri (1870-1945), che scrisse versi anticipatori del crepuscolarismo, specialmente in libri come "Il convegno dei cipressi"(1895), "Primavere del Desiderio e dell'Oblio" (1903) e "La donna del velo "(1905). Simile alla sua è l'opera poetica di Guelfo Civinini (1873-1954), che, pur subendo una evidente influenza dai versi di Pascoli e di D'Annunzio, apre la strada ad una lirica dai toni malinconici già nella sua prima opera poetica: "L'urna"(1901), e poi nella successiva "I sentieri e le nuvole"(1911).Nell'area simbolista (in cui l'esponente italiano più illustre è senz'altro Gian Pietro Lucini) non trascurerei la poesia di Giovanni Tecchio (1872 - ?), che in "Mysterium"(1893) e in "Le visioni"(1896) si dimostrò eccellente interprete di una corrente che nel nostro paese rimase nell'ombra; insieme a lui è da citare Alessandro Giribaldi (1874-1928), poeta sfortunato, ebbe vita assai travagliata, la sua unica raccolta poetica fu pubblicata postuma col titolo: "I Canti del Prigioniero"(1940). Un altro poeta che fu attratto dalle maniere simboliste fu Gustavo Botta (1880-1948), svolse soprattutto l'attività del critico letterario e le sue poesie, quasi tutte pubblicate in riviste del primo decennio del Novecento, uscirono in volume dopo la sua morte ("Alcuni scritti", 1952) insieme alle sue prose. Un seguace di D'Annunzio che, però, seppe interpretare in modo originale ed esteticamente ineccepibile il clima letterario di questo periodo, fu senz'altro Diego Angeli (1869-1937) il quale pubblicò un primo libricino dal titolo: "La Città di Vita" nel 1896, seguito nel 1904 dal più cospicuo: "L'oratorio d'amore".Infine ricorderei una poetessa: Luisa Giaconi (1870-1908), morta prematuramente, le sue stupende liriche, emananti atmosfere suggestive e misteriose, uscirono postume col titolo "Tebaide" (la 1° edizione è del 1909, la 2°, ampliata, fu pubblicata nel 1912) e influenzarono perfino il grande poeta Dino Campana.

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