Nacque a Firenze 1844 e ivi morì nel 1923. La svolta della sua vita avvenne a 24 anni, quando divenne frate scolopio. La passione per la poesia lo accompagnò per tutta la vita, come dimostra la sua copiosa vena poetica, evidenziata nei volumi che andò pubblicando negli anni, compresi quelli della vecchiaia. Fu un carducciano sui generis, perché abolì quella sorta di paganesimo presente nei versi del poeta toscano, in favore di un'ispirazione cristiana (e in questa peculiarità mostrò anche una certa vicinanza con la poesia di Giacomo Zanella). Come affermò il critico G. A. Pellegrinetti, il meglio della sua opera in versi, non risiede nelle liriche religiose e patriottiche, ma in quelle più umili, magari ispirate da amori giovanili, da paesaggi incantevoli o da piccole gioie quotidiane.
Giuseppe Manni in un bassorilievo di Dante Sodini
Opere poetiche
"Rime",
Chiesi, Firenze 1884.
"Rime",
nuova ed. aumentata, Le Monnier, Firenze 1900.
"Nuove
rime", Le Monnier, Firenze 1903.
"Novissima",
Le Monnier, Firenze 1917.
"Poesie
scelte", Le Monnier, Firenze 1924.
Presenze in
antologie
"Dai nostri
poeti viventi", 3° edizione, a cura di Eugenia Levi, Lumachi, Firenze 1903
(pp. 216-218).
"I Poeti
Italiani del secolo XIX", a cura di Raffaello Barbiera, Treves, Milano
1913 (pp. 1175-1178).
"Antologia
della lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C.,
Milano 1923 (pp. 392-395).
"Un secolo
di poesia", a cura di Giovanni Alfonso Pellegrinetti, Petrini, Torino 1957
(pp. 126-128).
"I poeti
minori dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958
(vol. IV, pp. 217-224).
"Poeti
minori dell'Ottocento italiano", a cura di Ferruccio Ulivi, Vallardi,
Milano 1963 (pp.392-395).
Testi
IL MARE
PER ALBUM
Se da contrari
venti
turbato il mar
s'annera e sopra il flutto
cresce mugghiando
il flutto;
io, da 'l colle
ove sorge
bianca, Alfredo,
la tua villa ospitale,
guardo con fronte
mesta
la superba
tempesta,
e fra me dico:
tale
è la vita
mortale.
Se tace ogni aura
intorno e l'onda posa,
ugual, silenziosa
fin laggiù dove
arriva
la vista, e dove
a l'acque il cielo è riva;
allora,
riguardando, a poco a poco
neir animo rapito
ogni pensier si
tace:
navigo in sogno
verso l'infinito,
sento l'eterna
pace.
(da
"Rime", Le Monnier, Firenze 1900, pp. 30-31)
OTTOBRE
Amo il pallido
Ottobre. E nel pensoso
suo volto l'ombra
di chi piange morti
i suoi tempi
felici, e di conforti
schivo s'attende
all'ultimo riposo.
Con lui
s'attristan sotto il nuvoloso
cielo i casali
nella nebbia assorti,
mentre pensan
l'inverno immoti e smorti
gli alberi lungo
il piano accidioso.
Amo l'Ottobre,
ché somiglia il mio
al suo costume:
anch'io veggo finita
per sempre ahimè!
l'estate della vita,
e solo nelle
malinconiose
giornate, in
mezzo al pianto delle cose
penso la pace del
sepolcro e Dio.
(da "Nuove
rime", Le Monnier, Firenze 1903, p. 71)
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