domenica 23 giugno 2024

Poeti dimenticati: Giuseppe Manni

 Nacque a Firenze 1844 e ivi morì nel 1923. La svolta della sua vita avvenne a 24 anni, quando divenne frate scolopio. La passione per la poesia lo accompagnò per tutta la vita, come dimostra la sua copiosa vena poetica, evidenziata nei volumi che andò pubblicando negli anni, compresi quelli della vecchiaia. Fu un carducciano sui generis, perché abolì quella sorta di paganesimo presente nei versi del poeta toscano, in favore di un'ispirazione cristiana (e in questa peculiarità mostrò anche una certa vicinanza con la poesia di Giacomo Zanella). Come affermò il critico G. A. Pellegrinetti, il meglio della sua opera in versi, non risiede nelle liriche religiose e patriottiche, ma in quelle più umili, magari ispirate da amori giovanili, da paesaggi incantevoli o da piccole gioie quotidiane.

 

 

Giuseppe Manni in un bassorilievo di Dante Sodini

 

Opere poetiche

 

"Rime", Chiesi, Firenze 1884.

"Rime", nuova ed. aumentata, Le Monnier, Firenze 1900.

"Nuove rime", Le Monnier, Firenze 1903.

"Novissima", Le Monnier, Firenze 1917.

"Poesie scelte", Le Monnier, Firenze 1924.

 

 

 

Presenze in antologie

 

"Dai nostri poeti viventi", 3° edizione, a cura di Eugenia Levi, Lumachi, Firenze 1903 (pp. 216-218).

"I Poeti Italiani del secolo XIX", a cura di Raffaello Barbiera, Treves, Milano 1913 (pp. 1175-1178).

"Antologia della lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C., Milano 1923 (pp. 392-395).

"Un secolo di poesia", a cura di Giovanni Alfonso Pellegrinetti, Petrini, Torino 1957 (pp. 126-128).

"I poeti minori dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958 (vol. IV, pp. 217-224).

"Poeti minori dell'Ottocento italiano", a cura di Ferruccio Ulivi, Vallardi, Milano 1963 (pp.392-395).

 

 

 

Testi

 

 

IL MARE

PER ALBUM

 

Se da contrari venti

turbato il mar s'annera e sopra il flutto

cresce mugghiando il flutto;

io, da 'l colle ove sorge

bianca, Alfredo, la tua villa ospitale,

guardo con fronte mesta

la superba tempesta,

e fra me dico: tale

è la vita mortale.

 

Se tace ogni aura intorno e l'onda posa,

ugual, silenziosa

fin laggiù dove arriva

la vista, e dove a l'acque il cielo è riva;

allora, riguardando, a poco a poco

neir animo rapito

ogni pensier si tace:

navigo in sogno verso l'infinito,

sento l'eterna pace.

 

(da "Rime", Le Monnier, Firenze 1900, pp. 30-31)

 

 

 

 

OTTOBRE

 

Amo il pallido Ottobre. E nel pensoso

suo volto l'ombra di chi piange morti

i suoi tempi felici, e di conforti

schivo s'attende all'ultimo riposo.

 

Con lui s'attristan sotto il nuvoloso

cielo i casali nella nebbia assorti,

mentre pensan l'inverno immoti e smorti

gli alberi lungo il piano accidioso.

 

Amo l'Ottobre, ché somiglia il mio

al suo costume: anch'io veggo finita

per sempre ahimè! l'estate della vita,

 

e solo nelle malinconiose

giornate, in mezzo al pianto delle cose

penso la pace del sepolcro e Dio.

 

(da "Nuove rime", Le Monnier, Firenze 1903, p. 71)

 

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