domenica 2 giugno 2024

La repubblica

                                                                                                           giugno '46


Svetta ancora allo svolto la vecchia pianta

e improvvisa brulica al vento.

Lampi di caldo, presagi,

parvenze forse s’incarnano nell’intima bruma.

Ma nessuno

                   ne sa niente.




COMMENTO

La repubblica è il titolo di una poesia di Vittorio Sereni (Luino 1913 - Milano 1983), che fa parta della raccolta Gli strumenti umani, pubblicata dall'editore Einaudi di Torino nel 1965. Io l'ho trascritta da una ristampa della stessa, uscita nel 1995. Non sono di facile interpretazione, a mio avviso, questi pochi versi dello scrittore lombardo. Evidente appare il fatto che la poesia parli dell'evento più importante riguardante la nostra nazione, che si verificò il 2 giugno del 1946, quando il popolo italiano (comprese le donne che fino ad allora non potevano votare), si recò alle urne per decidere se l'Italia sarebbe rimasta uno stato monarchico, o se sarebbe diventata una repubblica. Per quel giorno, infatti, si decise di dare il via al referendum istituzionale che avrebbe tracciato il futuro politico della nazione italiana. Dopo tali elezioni il risultato fu il seguente: 12.718.641 votanti favorevoli alla repubblica e 10.718.502 votanti favorevoli alla monarchia. In seguito a questo verdetto finale, l'Italia divenne perciò una repubblica.

I versi di Sereni, inizialmente parlano di una "vecchia pianta" che ancora svetta e brulica al vento; forse questa immagine vuole simboleggiare proprio la nostra nazione, che ha resistito ad una guerra devastante, ed ora è in balia di venti opposti, rappresentati appunto dai fautori della monarchia e da quelli della repubblica. Seguono quelle percezioni visive e sensoriali, provate all'interno di un paesaggio nebbioso: i "lampi di caldo" che coincidono anche con il periodo - i primi giorni di giugno - precedente la stagione estiva; i non definiti presagi, che comunque fanno pensare a qualcosa di positivo per il futuro dell'Italia; infine delle parvenze, ovvero delle apparenze, riferite a qualcosa che si delinea sempre di più, ma che ancora rimane piuttosto impreciso (la futura Repubblica Italiana). L'ultimo verso rafforza l'incertezza, se non l'assoluta inconsapevolezza, riguardante ciò che stava per accadere a livello politico e sociale in Italia. Ora, però, sappiamo tutti che quella data rappresentò il vero "anno 1": l'anno in cui, finalmente, l'Italia divenne uno stato democratico e fondato sulla libertà, uscendo definitivamente da un periodo infausto che visse per oltre un ventennio. 

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