mercoledì 11 ottobre 2023

Un frammento poetico di Riccardo Bacchelli

 La prolifica produzione letteraria di Riccardo Bacchelli (Bologna, 19 aprile 1891 – Monza, 8 ottobre 1985), ha fatto sì che venisse trascurata la parte poetica, che in effetti non è quantitativamente paragonabile ad altri generi cui lo scrittore bolognese si dedicò più assiduamente. Eppure anch'essa ha un valore non trascurabile, soprattutto se si va ad analizzare la sua raccolta d'esordio: Poemi lirici (1914). Questo fu anche il primo libro in assoluto pubblicato da Bacchelli, che si dimostrò fortemente innovativo nel comporre versi i quali, almeno nel periodo in cui videro la luce, non possono essere comparati con altri. Se c'è un poeta da cui forse Bacchelli attinse, almeno per quel che concerne lo stile e la metrica, questi è l'americano Walt Withman (1819-1892); somiglianze parziali si riscontrano anche con i versi di Poema dell'adolescenza (1901) del piemontese Enrico Thovez (1869-1925); meno azzeccate, a mio avviso, sono le affermazioni di alcuni critici che trovano diverse analogie con la poesia del più o meno coetaneo Piero Jahier (1884-1966). Difficile comprendere il motivo per cui Bacchelli, quando ottantenne decise di radunare in tre volumi la sua intera opera in versi, ripudiò i Poemi lirici.

Da un volume: Memorie del tempo presente (Rizzoli, Milano 1953), che invece include i Poemi lirici e che voleva essere il primo tassello di una "Opera omnia" che, a quanto ne so, non fu mai portata a termine dallo scrittore emiliano, ho trascritto la prima parte della prima poesia inserita nella sezione intitolata Paesaggi. (la seconda parte parla di un momento e di una stagione differenti). Il poeta, condotto dalla "fantasia", in una giornata soleggiata d'ottobre s'incammina lungo le strade lunghe e diritte del Bolognese, e osserva il paesaggio circostante che, nella campagna autunnale, pullula di vita e di sensazioni forti. Il poeta è visivamente attirato da tutto ciò che lo circonda: le case con le persiane verdi, il fiume Reno che scende dai monti per allargarsi nella pianura adiacente, gli alberi dei frutteti che, pur perdendo le foglie, possiedono dei colori bellissimi, le terre che sembrano riposarsi al sole. Ma anche il senso dell'olfatto trova soddisfazione, nel sentire il forte odore del vino fermentato nelle cantine situate nei pressi della strada. C'è anche qualche presenza umana: un contadino che va a controllare se "il fosso non scola", ovvero se l'acqua piovana - in genere abbondante nel periodo autunnale - non venga correttamente drenata. Poi le ultime considerazioni sul momento stagionale, che grazie alla presenza temporanea del sole, vive una pausa, una parentesi di tranquillità; di tale situazione favorevole godono le terre, gli uomini e i paesi fortunati che si trovano nelle adiacenze del Reno. Non altrettanto gli uccelli, che stanno lì soltanto di passaggio, e sono già pronti per ripartire verso altre mete.





 PAESAGGI


1.

Improvvisa, la fantasia m'ha condotto per le strade

rettilinee del Bolognese, bordate di rami

freddolosi, toccati dall'ottobre , con prospettive

di persiane verdi allineate sulle facciate.

Il Reno si stacca dai monti con incantevoli

indugi e prende spazio in pianura, alberi

e frutteti si spogliano con incredibile bellezza,

riposano al sole le terre. È il tempo

adesso che le cantine odorano di fermentazione

e il contadino esce senz'arnesi a guardare

forse se qualche fosso non scola. Le terre,

gli uomini il paese fortunato nelle adiacenze

del fiume; godono questo sole breve.

Gli uccelli son di passo.


[...]


(da: Riccardo Bacchelli, "Memorie del tempo presente", Rizzoli, Milano 1953, p. 19)

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