giovedì 5 ottobre 2023

"Mamma, questa d’ottobre..."

 Esistono dei poeti che vengono citati o ricordati soltanto per una poesia. In questa categoria credo si possa far rientrare anche Giovanni Cena (Montanaro 1870 - Roma 1917). Lo scrittore piemontese, autore di romanzi, saggi critici e volumi poetici, scrisse un sonetto incluso nel poemetto Madre (uscito per la prima volta nel 1897) in cui si parla di una giornata ottobrina molto simile a quelle che si stanno susseguendo in questo periodo: tiepida, serena e, come la definisce il poeta stesso, primaverile; tale sonetto, che fa parte di una vicenda molto drammatica (Madre parla della malattia e infine della morte della mamma di Cena) subito dopo la pubblicazione del poemetto e nei decenni successivi, fu staccato dal contesto al quale apparteneva, divenendo una poesia a sé stante, e fu inserito in molte antologie scolastiche e non; col tempo diventò l'unica poesia di Giovanni Cena conosciuta dal grande pubblico. Nei versi del sonetto si descrive un momento di calma apparente, in cui coincidono due realtà positive ma temporanee: le belle condizioni del tempo e una tregua della malattia di cui soffriva la madre del poeta. Ma entrambe le situazioni favorevoli, come detto, sono destinate a terminare in breve tempo: non poteva durare la "primavera ultima", poiché ormai l'autunno era già cominciato da alcune settimane, e neppure poteva protrarsi a lungo la momentanea buona salute della mamma di Cena, che era molto malata e perì poco tempo dopo. Ciò che piacque, in questi versi di Cena, è la descrizione di un momento felice vissuto da una famiglia unita; il bel tempo, i lieti rumori intorno, i figli che s'incoraggiano a vicenda vedendo la mamma in buone condizioni di salute, pur nelle privazioni dovute all'estrema povertà di tutti i componenti della famiglia, fanno sì che la speranza per un futuro migliore prevalga su tutto il resto. Il sorriso della mamma basta agli occhi dei suoi cari per essere felici, magari soltanto in quel giorno. Il sonetto che ho trascritto di seguito, è il capitolo X del poemetto Madre, e si trova nel volume Poesie, Bemporad & Figlio, Firenze 1922, (p. 21). 





MAMMA, QUESTA D'OTTOBRE...


Mamma, questa d’ottobre così gaia

giornata, sembra d’una primavera

ultima. Senti? rondinelle a schiera

empiono di bisbigli la grondaia.


Senti? tutto è brusio. Biondo nell’aia

il sol, tiepido ancora. Ma l’intera

famiglia è qui d’intorno, e prega e spera

che dalla casa il reo morbo scompaia.


Oggi si spilla il vino e si ripone

il grano turco: a noi il buon Signore

nulla di queste cose diede, mamma.


Pur siamo lieti: poi che 'l buon Signore

ancor ci appresta molte cose buone,

la tua salute, il tuo sorriso, mamma.


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