Ieri è il titolo di una poesia di Fernando Bandini (Vicenza
1931 – ivi 2013), che fa parte della raccolta Santi di Dicembre (Garzanti, Milano 1994); più precisamente, è la
quarta poesia della settima ed ultima sezione intitolata Quello che resta dei tuoni.
Già dal titolo,
s’intuisce che questi versi del poeta veneto parlano del passato; in
particolare, parlano del popolo vicentino: le persone che vivevano nella sua
città natale: Vicenza. Non viene precisato il periodo che più resta nel cuore
di Bandini, perché partecipe e consapevole di un sentimento di fraternità ormai
del tutto scomparso; probabilmente erano gli anni della sua adolescenza e della
sua prima giovinezza, e potrebbero quindi coincidere con l’immediato secondo
dopoguerra del XX secolo. Ma, a pochi anni dalla fine del Novecento, il poeta
si rende ben conto che la sua città è completamente cambiata, e non trova più,
tra la sua gente, quei buoni sentimenti che lo confortavano e lo inorgoglivano.
Il presente, secondo Bandini, è caratterizzato da tutt’altri modi di agire e di
pensare, direi opposti a quelli del passato; per rendere ancor più chiaro il
suo pensiero, scrive il nome della città natale al contrario, come se la
leggesse davanti ad uno specchio; quest’ultimo, simbolicamente, viene identificato
come “stagno del cuore”.
IERI
Tutto adesso è
passato.
Ma non ho visto
mai simile urgenza
di baci, tanta
ingordigia d'amore
come dentro i
tuoi occhi, mia città.
Così violenta la
felicità
da far mancare il
fiato.
Eri ancora
Vicenza,
non ti eri ancora
capovolta (Aznèciv
ora il tuo nome a
specchio dello stagno del cuore).
(da: Fernando
Bandini, Santi di Dicembre, Garzanti,
Milano 1994, p. 113)
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