Come sono belli i cuccioli dei gatti! Non credo che vi siano, al mondo, animaletti della stessa età così deliziosi. Io ne ebbi soltanto uno, in tenera età, ben quaranta anni or sono; eppure lo ricordo ancora abbastanza bene: la sua illimitata voglia di giocare, il miagolio tenue e stridulo che emetteva, gli occhi di un azzurro intenso che mi guardavano curiosi... Altri gattini vidi chissà quante volte, in giro, per le strade della mia città; l'ultimo mi è successo di vederlo ieri sera: se ne stava lì, accucciato dietro una rete metallica che delimitava il giardino di una casa, timoroso, coi suoi piccoli occhi sempre pronti a scrutare un pericolo... Non c'era la mamma, che comunque non penso fosse lontana. Ecco, infine, una bella poesia che vede protagonista un gattino, scritta da Claudio Damiani.
Il piccolo gattino, oh quanto è caro!
Lo bacio e bacio, lo stringo vicino
tanto, lo tengo, lo guardo star muto
sopra il ghiaino. I suoi moti veloci
quasi non so seguire, a ogni mio gioco
risponde. E intanto altri mille pensieri
veloci lo colpiscono: e gli studi
delle cose che vede (i fiori gli alberi
la macchina gl'insetti) o il bombo stupido
e nuovo d'una moto e le altre cose
della strada, i rumori. Io penso (mentre
lo guardo scuotersi dalla paura
del bombo): forse già impari che queste
non sono cose che devi temere
(infatti non son cani che ti vogliono
mangiare o mostri o che ne so) ma cose
che devi sopportare, e abituartici...
(da "La miniera", Fazi Editore, Roma 1997, p. 20)
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