giovedì 12 ottobre 2023

I gattini: qualche considerazione e una poesia di Claudio Damiani

 Come sono belli i cuccioli dei gatti! Non credo che vi siano, al mondo, animaletti della stessa età così deliziosi. Io ne ebbi soltanto uno, in tenera età, ben quaranta anni or sono; eppure lo ricordo ancora abbastanza bene: la sua illimitata voglia di giocare, il miagolio tenue e stridulo che emetteva, gli occhi di un azzurro intenso che mi guardavano curiosi... Altri gattini vidi chissà quante volte, in giro, per le strade della mia città; l'ultimo mi è successo di vederlo ieri sera: se ne stava lì, accucciato dietro una rete metallica che delimitava il giardino di una casa, timoroso, coi suoi piccoli occhi sempre pronti a scrutare un pericolo... Non c'era la mamma, che comunque non penso fosse lontana. Ecco, infine, una bella poesia che vede protagonista un gattino, scritta da Claudio Damiani. 



Il piccolo gattino, oh quanto è caro!

Lo bacio e bacio, lo stringo vicino

tanto, lo tengo, lo guardo star muto

sopra il ghiaino. I suoi moti veloci

quasi non so seguire, a ogni mio gioco

risponde. E intanto altri mille pensieri

veloci lo colpiscono: e gli studi

delle cose che vede (i fiori gli alberi

la macchina gl'insetti) o il bombo stupido

e nuovo d'una moto e le altre cose

della strada, i rumori. Io penso (mentre

lo guardo scuotersi dalla paura

del bombo): forse già impari che queste

non sono cose che devi temere

(infatti non son cani che ti vogliono

mangiare o mostri o che ne so) ma cose

che devi sopportare, e abituartici...


(da "La miniera", Fazi Editore, Roma 1997, p. 20)

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