domenica 3 marzo 2024

I profumi nella poesia italiana decadente e simbolista

 

I profumi rappresentano qualcosa di estremamente importante nell’ambito del simbolismo letterario (si pensi al capitolo X del romanzo Controcorrente di Joris Karl Huymans). Nei poeti italiani più prossimi all’area simbolista, però, tale importanza non si riscontra, a parte qualche eccezione, rappresentata per esempio da Corrado Govoni, che nelle sue prime raccolte di versi dedica più pagine ai profumi ed alle loro simbologie. Le esalazioni gradevoli che più attraggono le fantasie dei poeti nostrani provengono dai fiori e dai frutti di alcune piante in particolare: viole, violaciocche, gigli, gardenie, corylopsis, tigli, alghe ecc. Questi profumi suscitano pensieri e sentimenti di diverso genere: malinconici, nostalgici, voluttuosi, fantasiosi. Anche l’intensità di tali aromi varia di molto: alcuni sono blandi, e inducono chi li respira ad un quieto riposo; altri sono vigorosi, e caricano di energia coloro che li aspirano. Spesso, i profumi suscitano ricordi infantili, producendo un piacere insolito e inatteso in chi si rammenta di averli già percepiti in tempi lontani e felici. Ma ciò che colpisce in modo più travolgente i sensi dei poeti, deriva da profumi presenti sui corpi di donne - magari un tempo amate dai poeti stessi - che procurano, oltre all’attrazione fisica, dei ricordi soavi e intensi, legati ad amori fortemente passionali, finiti sì, ma ancora ben vivi nella loro mente.

 

 

 

 

Poesie sull’argomento

 

Diego Angeli: "L'odore delle violacciocche" in "L'Oratorio d'Amore" (1904).

Gabriele D'Annunzio: "Romanza" in "L'Isottèo. La Chimera" (1890).

Guido Da Verona: "Profumo dei tigli" in "Il libro del mio sogno errante" (1919).

Luigi Donati. "Lilia" in "Poesia di passione" (1928).

Giacomo Gigli: "Odor di viole" in "Maggiolata" (1904).

Cosimo Giorgieri Contri: "Una fragranza" in «Nuova Antologia», aprile 1906.

Corrado Govoni: "Altare privilegiato" e "Profumi allegorici" in "Le Fiale" (1903).

Corrado Govoni "I profumi" e "L'odore delle gardenie" in "Gli aborti" (1907).

Arturo Graf: "Fragranza" in "Le Danaidi" (1905).

Amalia Guglielminetti: "I profumi" in "Le Seduzioni" (1909).

Giuseppe Lipparini: "Profumo" in "Stati d'animo e altre poesie" (1917).

Remo Mannoni, "Piccoli echi" in «Il Trionfo d'Amore», dicembre 1903.

Enzo Marcellusi: "All'umidor del vespero, tra rasi" in "Il giardino dei supplizi" (1909).

Nicola Moscardelli: "Profumi" in "La Veglia" (1913).

Romolo Quaglino: "Odor di corylopsis" in "I Modi. Anime e Simboli" (1896).

Emanuele Sella: "Il testamento" in "Monteluce" (1909).

Domenico Tumiati: "Profumo amaro" in "Musica antica per chitarra" (1897).

Alessandro Varaldo: "E mentre inseguo folle ed anelante" in "Marine liguri" (1898).

 

 

 

 

Testi

 

 

ROMANZA

di Gabriele D'Annunzio (1863-1938)

 

Il porto ampio s'addorme,

stanco d'uman lavoro:

chiude un molle tesoro

entro il suo seno enorme.

 

Par che ne l'aria salga

un suo possente fiato:

è caldo e profumato

come di frutti e d'alga.

 

Arde qualche fanale,

raro tra la nebbietta:

il chiaror torbo getta

lunghe e péndule scale.

 

Ad ora ad or si leva

un flutto, e su le prore

fa trepido romore

qual d'un gregge che beva.

 

Come crescono i vènti

de la terra, più gravi

li odori e più soavi

e più sottili e ardenti

 

Salgon da' vasti legni

carchi di spezie rare.

E ne l'alba lunare

a noi s'aprono i regni

 

meravigliosi, i liti

cari a 'l Sole, ove amando

vivono e poetando

uomini forti e miti.

 

Da 'l soffio a l'aria effusi

per lunghe onde i profumi,

come celesti fiumi

in un solo confusi,

 

ondeggian su la bruna

congerie de le antenne.

Ed ecco, ne 'l solenne

silenzio de la luna,

 

alzasi un lento coro

da quella selva, informe.

Il porto ampio s'addorme,

stanco d'uman lavoro.

 

(da “L’Isottèo. La Chimera”, Treves, Milano 1906, pp. 212-213)

 

 

 

 

PROFUMO AMARO

di Domenico Tumiati (1874-1943)

 

Sul ciel d'arancio passano lo rondini,

       occhi neri de l'aria.

 

Immobili cipressi le riguardano

       da la via solitaria.

 

I cipressi nei neri occhi s'appuntano

       con desiderio strano.

 

Dice il profumo de le amare coccole:

       desiderare vano.

 

(da "Musica antica per chitarra", Landi, Firenze 1897, p. 34)

 


Musée archéologique départemental de Jublains (Mayenne, France): "fioles à parfum en verre, Jublains"
(da questa pagina web)


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