domenica 9 maggio 2021

La felicità in 10 poesie di 10 poeti italiani del XX secolo

 

È possibile quantificare la propria felicità? Sicuramente no, ma certo è possibile stabilire quale periodo della nostra vita sia stato il più felice di tutti. Nel caso mio questo periodo è compreso nei 365 giorni di un ormai lontanissimo anno: un anno duro, difficile per vari motivi, ma per me eccezionale, in cui ho vissuto gli ultimi scampoli della fanciullezza, quelli in cui si è più consapevoli del proprio stato di benessere, perché s'intensificano i ricordi, le sensazioni piacevoli, e diviene più facile percepire la propria spensieratezza; di conseguenza si respira per la prima volta nella vita il profumo inebriante della felicità. Ricordo ancora il mio ultimo periodo felice, che risale ormai a diversi anni fa, nato da una circostanza che, in teoria, avrebbe dovuto causarmi sensazioni tutt'altro che piacevoli. In quel preciso lasso di tempo, che è durato non più di qualche mese, non avevo affatto la coscienza della felicità: mi sentivo soddisfatto, rilassato, sereno, perfino nei momenti di grande stanchezza. Conclusosi questo periodo che aveva rappresentato dei notevoli cambiamenti nella mia vita di tutti i giorni, ho cominciato, anche se solo parzialmente, a capire che avevo vissuto un momento molto particolare, ossia "felice". E più passava il tempo, più questa sensazione si rafforzava, fino ad avere la netta consapevolezza di essere stato felice proprio in quella determinata fase della mia esistenza.

Sono in sintonia con chi ritiene la felicità una sensazione inusuale e straoridinaria, che si manifesta e si percepisce assai raramente durante la vita di un uomo. Posso dire di aver vissuto dei periodi ben più brevi di felicità: giorni, ore... Più netta è invece la percezione della felicità che ho vissuto nell'età infantile, anche se la cognizione, in questo determinato caso, l'ho avuta intorno ai dodici anni, ovvero proprio al limite tra la fine dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza.

 

 

LA FELICITÀ IN 10 POESIE DI 10 POETI DEL XX SECOLO

 

 

LA FELICITÀ

di Arnaldo Beccaria (Milano 1904 - ivi 1972)

                                                                     

                                                                 A Giuseppe Ungaretti

Fra vecchi muri ed orti,

luminosa nel sole,

d'improvviso m'è apparsa

la persona viva

della Felicità.

Non umana persona, era.

Era una rosa

rampicante.

Diceva: «Io sono la Felicità:

un fiore che fiorisce

solo negli orti della solitudine:

la rosa rossa sopra un vecchio muro».

 

(da "Sull'orlo del cratere", Mondadori, Milano 1966, p. 117)

 

 

 

 

LA FELICITÀ

di Amalia Guglielminetti (Torino 1881 - ivi 1941)

 

Ma quella che va sola ancora sa

tratto tratto pel suo vagabondare

trovar un'ombra di felicità.

 

Oh! ma un'ombra così lieve che pare

quella del pesco, quando primavera

gli fa una veste di rosette amare.

 

Certa non è se gioia era o non era,

e a sera lo domanda ella a sé stessa

sciogliendo adagio la sua chioma nera.

 

O voce che dicevi sì sommessa:

— Mi piaci! — o riso di perplessità,

o mano che non parla ma confessa,

 

eri o non eri la felicità?

 

(da "Le seduzioni", Palomar, Bari 2001, p. 95)

 

 

 

 

QUESTA FELICITÀ

di Mario Luzi (Sesto Fiorentino 1914 - Firenze 2005)

 

Questa felicità promessa o data

m'è dolore, dolore senza causa

o la causa se esiste è questo brivido

che sommuove il molteplice nell'unico

come il liquido scosso nella sfera

di vetro che interpreta il fachiro.

Eppure dico: salva anche per oggi.

Torno torno le fanno guerra cose

e immagini su cui cala o si leva

o la notte o la neve

uniforme del ricordo.

 

(da "Tutte le poesie", Garzanti, Milano 1993, p. 213)

 

 

 

 

FELICITÀ RAGGIUNTA, SI CAMMINA

di Eugenio Montale (Genova 1896 - Milano 1981)

 

Felicità raggiunta, si cammina

per te su fil di lama.

Agli occhi sei barlume che vacilla,

al piede, teso ghiaccio che s'incrina;

e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

 

Se giungi sulle anime invase

di tristezza e le schiari, il tuo mattino

è dolce e turbatore come i nidi delle cimase

Ma nulla paga il pianto del bambino

a cui fugge il pallone tra le case.

 

(da "Ossi di seppia", Mondadori, Milano 1993, p. 52)

 

 

 

 

FELICE-INFELICE

di Marino Moretti (Cesenatico 1885 - ivi 1979)

 

Chi ti contende il nome di poeta?

di poeta vivente?

Il passato è il presente

e chi sa farlo presente è poeta.

Chi ti contende il nome di poeta?

Ma il poeta è felice ed infelice,

e la felicità non gli si addice,

e l'infelicità troppo è segreta.

 

"Tu lascerai ogni cosa diletta

più caramente", è Dante che lo dice,

e tu sarai felice ed infelice

in quest'ultima pena o gioia o stretta.

"Lume non è se non vien dal sereno

che non si turba", così Dante dice,

e tu sarai non altro che infelice

con le tue incertezze e il tuo veleno.

 

(da "In verso e in prosa", Mondadori, Milano 1979, p. 175)

 

 

 

 

LA FELICITÀ

di Ettore Moschino (L'Aquila 1867 - Roma 1941)

 

Splende la prora mia tra gli arabeschi

fini che intesse, balenando, il mare,

e al suon de' vènti armoniosi e freschi

le Sirene si destano a cantare.

 

Cantan d'una beata isola d'oro

che fiorisce improvvisa a' naviganti,

e la Pace v'innalza archi d'alloro,

e l'Amor vi diffonde ali ed incanti.

 

Alto, ne'l mio desìre, ambo le mani

verso la favolosa isola sporgo;

ma il mar s'infosca, e in suoi silenzi immani,

perdutamente mi sommerge il gorgo...

 

(da "I lauri", Treves, Milano 1908, p. 155)

 

 

 

 

FELICITÀ

di Francesco Pastonchi (Riva Ligure 1874 - Torino 1953)

 

Nel vento della sera

odorano i rosai:

godi l'ora che mai

più non ritornerà.

 

Nel vento della sera

baciami tra le rose...

fatta di tenui cose

è la felicità!

 

(da «La Donna», 20 giugno 1914)

 

 

 

 

FELICITÀ

di Massimo Spiritini (Zevio 1879 - Verona 1963)

 

Felicità ti è sempre a qualche metro,

ma invan tu arranchi per tenerle dietro;

ricalchi alfin la via deluso e stanco,

guardi e t'accorgi... che ti trotta a fianco.

 

(da "Versi", QuiEdit", Verona 2010, p. 54)

 

 

 

 

FELICITÀ

di Diego Valeri (Piove di Sacco 1887 - Roma 1976)

 

Nessun dolore porta

più fuoco dei tormenti,

e paura nel sangue,

nessun dolore duole come questa

felicità che posa all'improvviso

su l'attonito cuore la sua mesta

dolcezza di sorriso;

e il cuore attende e trema

un suo bene supremo e sconosciuto

che non potrà soffrire,

e, fra tema e speranza,

sente che non gli avanza

altro più che morire.

 

(da "Poesie", Mondadori, Milano 1962, p. 189)

 

 

 

 

LA FELICITÀ

di Cesare Vivaldi (Imperia 1925 - Roma 1999)

 

La felicità mi s'attacca alle spalle

d'improvviso,

piena la bocca

di refe per cucire a lunghe gugliate un giorno con l'altro

senza che me ne accorga.

E sono scampato al diluvio,

schietto come un albero,

nudo come la tromba

che suona nella notte

la ritirata.

 

Povere le mie mani se non sapessero più

cosa stringere.

 

(da "Poesie scelte 1952/1992", Newton Compton, Roma 1993, p. 88-89)

 

 


Nessun commento:

Posta un commento