Sandro Penna (Perugia
1906 – Roma 1976) rappresenta un punto fermo e insostituibile nella poesia
italiana del Novecento; la sua presenza costante nelle migliori antologie del
settore, lo stanno a dimostrare. Tra gli elementi che maggiormente caratterizzano
i suoi versi, ci sono l'essenzialità, la disarmante sensualità e un
impressionismo spicciolo, che coglie il segno in modo del tutto personale. Già
subito dopo la morte, Sandro Penna fu considerato una sorta di personaggio
leggendario, e le sue poesie divennero oggetto di culto, soprattutto in
determinati ambienti elitari. In molti hanno provato a stabilire quali fossero
i poeti a cui Penna si inspirò nel creare i suoi migliori versi, e si è
parlato, un po' vagamente, di Pascoli, dei crepuscolari e di Palazzeschi; ma
quasi tutti i critici concordano nel nome di Saba quale poeta più vicino allo
scrittore umbro, in particolare, come scrisse Pier Vincenzo Mengaldo in Poeti italiani del Novecento, "il
Saba più melico e gratuito delle «canzonette"¹. Ma, a parte le influenze
letterarie, è importante affermare che Penna trasse la sua ispirazione più
schietta dal vissuto, e quindi dalla sua diversità, percepita senza drammi
interiori, anzi, valutata quale elemento di forza e di libertà. La sua è,
insomma, una poesia "sincera". Altro elemento che sorprende, è
l'estrema semplicità dei suoi versi; tanto più perché essi nacquero e si
svilupparono nel periodo storico-letterario (gli anni '30 del XX secolo), in
cui predominava l'ermetismo. Per tale motivo Penna può essere considerato, come
Attilio Bertolucci o come Giorgio Caproni, poeta anti-ermetico. Certo è che la
sua figura e la sua opera in versi ottennero plausi fin dalle prime
pubblicazioni in riviste e volumi, e la sua fama andò sempre più aumentando, facendolo
diventare un poeta estremamente importante nel panorama della lirica italiana
novecentesca e non solo. Dopo un elenco delle opere poetiche di Sandro Penna,
trascrivo quattro poesie che ritengo tra le sue migliori.
NOTE
1) Da Poeti italiani del Novecento, Mondadori
1991, Milano, p. 735.
Opere poetiche
"Poesie",
Parenti, Firenze 1939.
"Appunti",
Edizioni della Meridiana, Milano 1950.
"Una strana
gioia di vivere", Scheiwiller, Milano 1956.
"Poesie",
Garzanti, Milano 1957.
"Croce e
delizia", Longanesi, Milano 1958.
"Tutte le
poesie", Garzanti, Milano 1970.
"Poesie",
Garzanti, Milano 1973.
"L'ombra e
la luce", Scheiwiller, Milano 1975.
"Stranezze
1957-1976", Garzanti, Milano 1976.
"Il
viaggiatore insonne", Garzanti, Milano 1977.
"Il rombo
immenso", Scheiwiller, Milano 1978.
"Confuso
sogno", Garzanti, Milano 1980.
"Tutte le
poesie", Edizione Club, Milano 1982.
Testi
LA VITA... È
RICORDARSI DI UN RISVEGLIO
La vita... è
ricordarsi di un risveglio
triste in un
treno all’alba: aver veduto
fuori la luce
incerta: aver sentito
nel corpo rotto
la malinconia
vergine e aspra
dell’aria pungente.
Ma ricordarsi la
liberazione
improvvisa è più
dolce: a me vicino
un marinaio
giovane: l’azzurro
e il bianco della
sua divisa e fuori
un mare tutto
fresco di colore.
(da "Tutte
le poesie", Edizione Club, Milano 1982, p. 3)
AUTUNNO
Il vento ti ha
lasciata un'eco chiara,
nei sensi, delle
cose ch'ài vedute
- confuse - il
giorno. All'apparir del sonno
difenderti
non sai: un crisantemo,
un lago tremulo e
una esigua fila
d'alberi
gialloverdi sotto il sole.
(da "Tutte
le poesie", Edizione Club, Milano 1982, p. 5)
NEL BUIO DELLA
STANZA IN ME RISPLENDE
Nel buio della
stanza in me risplende
il sole di
settembre, o forse lieve
lieve anonima
intesa entro quel sole.
Così l’anima
inventa le parole
un poco
detestabili. ma il sole...
(da "Tutte
le poesie", Edizione Club, Milano 1982, p. 103)
LA MIA VITA È
MONOTONA...
La mia vita è
monotona, se arde
un calmo sole
alle persiane verdi.
Si fa docile
sguardo, calmo amore
anonimo, poesia
di quattro versi.
(da "Tutte
le poesie", Edizione Club, Milano 1982, p. 124)
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