Imbruna; e di già
l'ombra nella stanza
Incurva l'ala su
'na bianca fronte:
Tu siedi, e vegli
in cuore una speranza.
Tendi l'orecchio
in vano: alcun rumore
Non s'ode; il
chioccolìo del fonte
Ti schernisce fra
risa alte e canore.
Scoppietta la
lucerna in sul mancare...
Com'è dolente e
triste l'aspettare!
Questo madrigale
è di Severino Ferrari (Molinella 1856 - Pistoia 1905) e l'ho trascritto dal
volume Tutte le poesie (Cappelli,
Rocca San Casciano 1966) che comprende l'intera opera in versi del poeta emiliano.
Il titolo è fittizio, come si può notare nel libro citato, dove lo si trova a
pagina 214, alla sottosezione intitolata Amore
di Versi raccolti ordinati [1892],
ovvero la sezione che riporta le poesie del volume Versi raccolti ordinati. Il Mago, pubblicato dall'editore Sarasino
di Modena nel 1892. Apparve per la prima volta nel libriccino Il secondo libro di Bordatini, che uscì a
Firenze nel 1886; qui si trova, sempre senza titolo, alla pagina 24.
Protagonista della breve poesia è un personaggio femminile - ragazza o donna -
che si trova nella stanza di una casa nel momento in cui la giornata sta per
concludersi e cominciano a calare le ombre della sera; lei è sola e sta
aspettando l'arrivo di qualcuno. Attenta, aguzza gli orecchi per ascoltare un minimo
rumore che possa indurla a sperare nell'arrivo di una persona che,
evidentemente, sta aspettando da molto tempo; ma l'unico rumore che percepisce
è quello dell'acqua della fontana che, cadendo, sembra schernirla e ridere di
lei, quasi fosse una povera illusa. Altro rumore presente, tutt'altro che
piacevole, è quello di una lucerna a petrolio che si sta lentamente spegnendo e
che, per tale motivo, emette degli scoppiettii; questi ultimi, insieme
all'acqua che chioccola senza tregua, contribuiscono a rendere la lunga attesa
della donna ancor più angosciante e triste.
Nessun commento:
Posta un commento