domenica 6 dicembre 2020

La neve nella poesia italiana decadente e simbolista

 

La neve nelle poesie dei simbolisti fa riferimento spesso ad una freddezza dell'anima, il manto nevoso rappresenta un aristocratico e tetro isolamento dal resto dell'umanità; il poeta, chiuso nel suo mondo sognante, intende frapporre tra sè ed il resto del mondo un folto strato di materia fredda sì da evitare qualsivoglia contatto umano. Ma a volte la neve ha tutt'altro significato, e ben più terribile: essa, insieme al freddo che invade ogni luogo circostante, è un chiaro presentimento di morte; infatti, nelle descrizioni di diversi poeti, il paesaggio è desolato, e si notano soltanto delle figure alquanto fosche (carri funebri, corvi, fantasmi...) che contribuiscono in modo netto a rendere l'anima del poeta spaurita, sconfortata e triste. In altri casi la neve, in quanto bianca, si ricollega ai simboli di purezza e sincerità, che riportano nella memoria dei poeti il felice periodo infantile.

 

 

 

Poesie sull'argomento

 

Mario Adobati: "La sonata nella neve" in "I cipressi e le sorgenti" (1919).

Diego Angeli: "Giorno d'inverno a Lunghezza" in "La città di Vita" (1896).

Diego Angeli: "La madonna della neve" in «Il Marzocco», ottobre 1897.

Giovanni Camerana: "Folta è la neve" in "Poesie" (1968).

Giovanni Alfredo Cesareo: "Neve" in "Poesie" (1912).

Sergio Corazzini: "Sonetto della neve" in "Le aureole" (1905).

Guglielmo Felice Damiani: "Idillio fugace" in "Lira spezzata" (1912).

Giuliano Donati Pétteni: "Neve" in "Intimità" (1926).

Augusto Ferrero: "Fantasma invernale" in "Nostalgie d'amore" (1893).

Aldo Fumagalli: "La canzone mistica" in "Arcate" (1913).

Diego Garoglio: "Città sotto la neve" in "Sul bel fiume d'Arno" (1912).

Giulio Gianelli: "Prima neve" in "Mentre l'esilio dura" (1904).

Giacomo Gigli: "In Siberia" in "Maggiolata" (1904).

Emilio Girardini: "Nevicata" in "Chordae cordis" (1920).

Corrado Govoni "La neve" in "Gli aborti" (1907).

Luigi Gualdo: "Paesaggio" in "Le Nostalgie" (1883).

Olindo Malagodi: "Vette di neve" in "Poesie vecchie e nuove" (1928).

Nicola Marchese: "Nivale" in "Le Liriche" (1911).

Nino Oxilia: "Ha nevicato..." in "Canti brevi" (1909).

Giovanni Pascoli: "Orfano" e "Nevicata" in "Myricae" (1900).

Antonio Rubino: "Neve sotto la luna" in "Versi e disegni" (1911).

Giovanni Tecchio: "Neve" in "Canti" (1931).

 

 


Testi

 

LA CANZONE MISTICA

di Aldo Fumagalli

 

Nevica: bianca neve su la neve,

In un silenzio mistico e solenne.

Ne la piazza, nessuno: i tronchi spogli

Che vegliano ne l'aria immota e scura.

La basilica antica, sotto il velo

È bianca e impallidisce il suo profilo...

Nevica: bianca neve su la neve,

In un silenzio mistico e solenne.

Un mendìco vicino a la colonna

Sembra una macchia nera, sul terreno...

 

Chi s'avanza lontano? Dei cavalli

Neri, di sogno; non han ferri e muti

Camminano e non toccano la terra...

E dietro un carro nero ed una bara.

Passa quel morto su la bianca neve

Passa la gente nera, nera, nera.

Tace la piazza avvolta nel suo velo;

Non un ramo si move intorno ai tronchi,

Ed il vento non agita la neve...

 

La bara avanza lenta, grave, nera,

E non sembra passare, tanto è lungo

Il cammino che corre presso i tronchi.

Nevica: bianca neve su la neve

in un silenzio mistico e solenne.

 

(da "Arcate")

 

 

 

 

NEVICATA

di Emilio Girardini

 

Il paesaggio interminato stanca:

una pianura immersa ne la neve

con il mulino a vento ed una pieve

ne la monotonia de l'aria bianca.

 

Nevica ancora e mandano singhiozzi

soffocati nel cuore i miei ricordi;

somigliano, o campana, ai suoni sordi

che tu, di neve rivestita, strozzi.

 

In una solitudine lontana

e, come questa, senza tracce, danno

i ricordi nel cuor, cinto di panno,

spenti rintocchi, come i tuoi, campana.

 

Pure il cielo solcar qualche pensiero

mio tardo vedo, come la pianura,

tutta bianca d'un bianco che spaura,

vede passare qualche corvo nero.

 

(da "Chordae cordis")



Claude Monet, "Snow at Argenteuil"
(da questa pagina web)


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