La neve nelle poesie
dei simbolisti fa riferimento spesso ad una freddezza dell'anima, il manto
nevoso rappresenta un aristocratico e tetro isolamento dal resto dell'umanità;
il poeta, chiuso nel suo mondo sognante, intende frapporre tra sè ed il resto
del mondo un folto strato di materia fredda sì da evitare qualsivoglia contatto
umano. Ma a volte la neve ha tutt'altro significato, e ben più terribile: essa,
insieme al freddo che invade ogni luogo circostante, è un chiaro presentimento
di morte; infatti, nelle descrizioni di diversi poeti, il paesaggio è desolato,
e si notano soltanto delle figure alquanto fosche (carri funebri, corvi,
fantasmi...) che contribuiscono in modo netto a rendere l'anima del poeta
spaurita, sconfortata e triste. In altri casi la neve, in quanto bianca, si
ricollega ai simboli di purezza e sincerità, che riportano nella memoria dei
poeti il felice periodo infantile.
Poesie sull'argomento
Mario Adobati:
"La sonata nella neve" in "I cipressi e le sorgenti"
(1919).
Diego Angeli:
"Giorno d'inverno a Lunghezza" in "La città di Vita"
(1896).
Diego Angeli:
"La madonna della neve" in «Il Marzocco», ottobre 1897.
Giovanni Camerana:
"Folta è la neve" in "Poesie" (1968).
Giovanni Alfredo
Cesareo: "Neve" in "Poesie" (1912).
Sergio Corazzini:
"Sonetto della neve" in "Le aureole" (1905).
Guglielmo Felice
Damiani: "Idillio fugace" in "Lira spezzata" (1912).
Giuliano Donati
Pétteni: "Neve" in "Intimità" (1926).
Augusto Ferrero:
"Fantasma invernale" in "Nostalgie d'amore" (1893).
Aldo Fumagalli:
"La canzone mistica" in "Arcate" (1913).
Diego Garoglio:
"Città sotto la neve" in "Sul bel fiume d'Arno" (1912).
Giulio Gianelli:
"Prima neve" in "Mentre l'esilio dura" (1904).
Giacomo Gigli:
"In Siberia" in "Maggiolata" (1904).
Emilio Girardini:
"Nevicata" in "Chordae cordis" (1920).
Corrado Govoni
"La neve" in "Gli aborti" (1907).
Luigi Gualdo:
"Paesaggio" in "Le Nostalgie" (1883).
Olindo Malagodi:
"Vette di neve" in "Poesie vecchie e nuove" (1928).
Nicola Marchese:
"Nivale" in "Le Liriche" (1911).
Nino Oxilia: "Ha
nevicato..." in "Canti brevi" (1909).
Giovanni Pascoli:
"Orfano" e "Nevicata" in "Myricae" (1900).
Antonio Rubino:
"Neve sotto la luna" in "Versi e disegni" (1911).
Giovanni Tecchio: "Neve"
in "Canti" (1931).
Testi
LA CANZONE MISTICA
di Aldo Fumagalli
Nevica: bianca neve
su la neve,
In un silenzio
mistico e solenne.
Ne la piazza,
nessuno: i tronchi spogli
Che vegliano ne
l'aria immota e scura.
La basilica antica,
sotto il velo
È bianca e
impallidisce il suo profilo...
Nevica: bianca neve
su la neve,
In un silenzio
mistico e solenne.
Un mendìco vicino a
la colonna
Sembra una macchia
nera, sul terreno...
Chi s'avanza lontano?
Dei cavalli
Neri, di sogno; non
han ferri e muti
Camminano e non
toccano la terra...
E dietro un carro
nero ed una bara.
Passa quel morto su
la bianca neve
Passa la gente nera,
nera, nera.
Tace la piazza
avvolta nel suo velo;
Non un ramo si move
intorno ai tronchi,
Ed il vento non agita
la neve...
La bara avanza lenta,
grave, nera,
E non sembra passare,
tanto è lungo
Il cammino che corre
presso i tronchi.
Nevica: bianca neve
su la neve
in un silenzio
mistico e solenne.
(da
"Arcate")
NEVICATA
di Emilio Girardini
Il paesaggio
interminato stanca:
una pianura immersa
ne la neve
con il mulino a vento
ed una pieve
ne la monotonia de
l'aria bianca.
Nevica ancora e
mandano singhiozzi
soffocati nel cuore i
miei ricordi;
somigliano, o
campana, ai suoni sordi
che tu, di neve
rivestita, strozzi.
In una solitudine lontana
e, come questa, senza
tracce, danno
i ricordi nel cuor,
cinto di panno,
spenti rintocchi,
come i tuoi, campana.
Pure il cielo solcar
qualche pensiero
mio tardo vedo, come
la pianura,
tutta bianca d'un
bianco che spaura,
vede passare qualche
corvo nero.
(da "Chordae
cordis")
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Claude Monet, "Snow at Argenteuil" (da questa pagina web) |
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