Nacque a Livorno nel
1888 e morì a Zagora nel 1915. Dopo gli studi classici, ancora diciannovenne,
cominciò a pubblicare i suoi versi. Si laureò in Giurisprudenza nel 1913. Dopo
alcuni importanti lutti familiari si convertì al cattolicesimo e quindi partì
volontario per la Grande Guerra, dove trovò la morte a soli ventisette anni. Le
sue liriche, nel solco della tradizione, ebbero un discreto, momentaneo successo.
Fu, in sostanza, un seguace del Carducci.
Opere poetiche
"Versi",
Gazzetta Livornese, Livorno 1905.
"Primus
fons", Zanichelli, Bologna 1907.
"Scruta
obsoleta", Zanichelli, Bologna 1910.
"Versi
1905-1912", Le Monnier, Firenze 1922.
Presenze in antologie
"Antologia della
lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C., Milano
1923 (pp. 288-290).
"Le più belle
pagine dei poeti d'oggi", 2° edizione, a cura di Olindo Giacobbe, Carabba,
Lanciano 1928 (vol. I, pp. 151-163).
"Antologia della
lirica contemporanea dal Carducci al 1940", a cura di Enrico M. Fusco,
SEI, Torino 1947 (pp. 190-192).
"Antologia della
lirica italiana. Ottocento e Novecento", nuova edizione, a cura di Carlo
Culcasi, Garzanti, Milano 1947 (p. 312).
Testi
NEBBIA
Lodo la nebbia: sia
ch'essa vapori
d'una bianca corona i
monti oscuri
e li ricuopra di
velami puri,
di virginali
impenetrati albori;
sia che pènetri
grigia e trascolori
le città grige nelle
vie, tra i muri,
e in fantasmi silenti
trasfiguri
i frettolosi incerti
viatori;
sia che col ciel si
fonda in una densa
bianchezza, come un
velo, sopra le onte
della misera Terra
triste immensa,
e, coi candori
immacolati e belli,
limitando d'intorno
l'orizzonte,
impiccolisca il Mondo
e lo cancelli.
(Da "Poesie
1905-1912")
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