Il giglio o lilium è
un fiore molto citato dai poeti simbolisti, decadenti, crepuscolari, liberty
ecc. La sua simbologia non si discosta dai canoni classici: rappresenta la
purezza, la verginità, la castità, il candore e, più in generale, la
religiosità. Ancora una volta, in Italia, furono Gabriele D'Annunzio e Giovanni
Pascoli i primi ad inserire i gigli quale argomento portante dei componimenti
in versi: il primo ne fa amplissimo uso nel volume L'Isotteo. La Chimera; il
secondo dedica ad essi una poesia di Myricae
dove i gigli, piantati dalla defunta madre del poeta nel giardino di una casa
non più di proprietà della famiglia, continuano a nascere e fiorire, finendo
quindi sull'altare della "Madonna dell'acqua". Presso quest'altare,
alcune donne che conoscono le sfortunate vicende della famiglia Pascoli,
chiedono alla Madonna che Giovanni sia riportato nella sua vecchia casa e qui
vi muoia tornando infine ad unirsi ai suoi cari già estinti. Oltre a
D'Annunzio, un altro poeta che cita spesso i gigli nei suoi versi è Corrado
Govoni, il quale li descrive in modi assai diversi, a volte sorprendendo per
associazioni di idee molto lontane dai tradizionali valori a cui si associano
questi fiori. Bella la poesia di Gaeta, che racconta, a tal riguardo, una
leggenda poco nota. Molto interessante La
notte dei gigli di Diego Angeli, dove i fiori muoiono durante una notte di
passione amorosa tra un uomo ed una donna vergine: la morte dei gigli,
relazionata alla donna, rappresenta la fine della purezza. Un giglio muore
anche nella poesia di Tito Marrone, portato fra le mani da una vergine
incontrata ed amata intensamente dal poeta. In Sinfonia di gigli di Vincenzo Fago, i fiori parlano e si
definiscono: "anime buone disaparite",
"calici d'un divino / amore",
"speranze rifiorite / sovra un puro
orizzonte oltremarino", "canzoni fresche udite / al raggio della luna
adamantino". A Marino Marin appare la figlioletta morta che gli mostra
una gran quantità di gigli: la visione di quei fiori, in forma di pioggia,
estasia il poeta. In Canzone folle di
Federigo Tozzi una regina dona al poeta un giglio sicché il suo spirito
s'ingigli facendo nascere in lui sentimenti contrastanti di paradisiaco piacere
e di religioso dolore. Emilio Girardini nei suoi versi dichiara di preferire il
giglio a tutti gli altri fiori perché emblema d'innocenza, candido, spirituale
e in opposizione al "secolo carnale". Girolamo Comi vede i tre gigli
colti da una donna non ben definita, quale "Augurio bianco, fervido e
divino" fatto al mondo. Prettamente religioso è il discorso presente
nei sonetti Il giglio solitario di
Alessandro Giribaldi e Il giglio del
campo di Luigi Fallacara. Nel primo il fiore incarna il Cristo agonizzante,
nel secondo è Dio stesso.
Poesie sull'argomento
Rosario Altomonte:
"Poema floreale. Il giglio" in «La Stella e L'Aurora Milanese»,
ottobre 1902.
Diego Angeli:
"La notte dei gigli" in "L'Oratorio d'Amore. 1893-1903"
(1904).
Girolamo Comi:
"L'augurio" in "Lampadario" (1912).
Gabriele D'Annunzio:
"Romanza" e "I gigli" in "L'Isotteo. La Chimera"
(1890).
Vincenzo Fago:
"Sinfonia di gigli" in "Discordanze" (1905).
Luigi Fallacara:
"Il giglio del campo" in "Illuminazioni" (1925).
Francesco Gaeta:
"Le bellezze del giglio" in "Poesie" (1928).
Giulio Gianelli:
"L'astro del giglio" in "Tutte le poesie" (1973).
Emilio Girardini:
"Giglio" in "Chordae cordis" (1920).
Alessandro Giribaldi:
"Giglio Solitario" "Luna su i Gigli", "Dallo specchio
dei Gigli" e "La fine dei Gigli" in "Il 1° libro dei
trittici" (1897).
Corrado Govoni:
"Gigli votivi", "I gigli" e "Lilium comdium" in
"Le Fiale" (1903).
Corrado Govoni
"I pierrotti", "Barba-blù" e "I gigli" in
"Gli aborti" (1907).
Giuseppe Lipparini:
"Il giglio innamorato" in "Le foglie dell'alloro. Poesie
(1898-1913)" (1916).
Nicola Marchese:
"Nivale" in "Le Liriche" (1911).
Marino Marin: "I
gigli" in "Luci e ombre" (1904).
Tito Marrone:
"Romanza del giglio" in "Cesellature" (1899).
Giovanni Pascoli:
"I gigli" in "Myricae" (1900).
Romolo Quaglino:
"Tra i diafani gigli" in "I Modi: Anime e Simboli" (1896).
Giacinto Ricci
Signorini: "Fior di giglio" in "Poesie e prose" (1903).
Federigo Tozzi:
"Canzone folle" in "La zampogna verde" (1911).
Alfredo Tusti: "Gigli"
in "Scienza e Diletto", giugno 1904.
Testi
GIGLIO SOLITARIO
di Alessandro
Giribaldi
Sta il Cristo, come
in tenera agonia,
su l'acque morte a
l'anima del vento,
dove la gloria più
che l'ariento
non sa l'ora né
l'atra tenebria
da che vince lo
stridulo lamento
de le folaghe ogni
malinconia
ogni tristezza
intorno. Ora la pia
faccia reclina (quale
sogno spento
l'Anima accende a la
mondana luce?)
ne l'acque morte come
in un passato
amor si specchia in
voto millenario,
quasi per esser nel
gran Sogno in due.
Ma l'acqua mostra un
volto estenuato
e l'immenso dolor del
Solitario.
(Da "Il 1° Libro
dei Trittici")
I GIGLI
di Marino Marin
Ella apparve così
sola a me solo
tutta odorosa e
fresca come fosse
venuta da un ceruleo
suo brolo
ignoto al mondo: e
non avea più tosse.
E disse: "Guarda
(oh come ardean le rosse
cardenie sul marmoreo
poggiolo!)
guarda i miei
gigli." E sorridendo scosse,
povera bimba! il
candido lenzuolo.
Piovvero i gigli e
non fu mai più grande
letizia. Oh madre! Io
bene avrei voluto
cingertene le chiome
venerande:
ma tu, madre, non
c'eri: e, sol ch'io chiuda
gli occhi, rivedo ne
lo sguardo muto
sparsa di gigli la
stanzetta nuda.
(Da "Luci e
ombre")
GIGLI
di Alfredo Tusti
Gigli, forme d'amor
spirituali,
colombi familiari
sempre aneli
al volo, quale non vi
tarpò l'ali
onde volare non
possiate ai cieli?
Gigli, vasi d'argento
rituali
sorretti a pena dai
tremanti steli
come da bianche man
sacerdotali
che una stola di
verde all'uomo celi;
O Gigli, io penso un
biancheggiante polo
ove una teoria bianca
d'umili
vergini inceda
lentamente su le
nevi; io penso e il
pensier portami a volo
verso un candor di
gigli alti e sottili
fiorenti in mezzo a
un livido padule.
(Dalla rivista «Scienza
e diletto»)
George Hitchcock, "Les lys blancs" |
Gli ibridi attuali, con i loro colori chiassosi, ai quali io stessa indugio, non potrebbero ispirare versi cosi'delicati.
RispondiEliminaVero. Probabilmente era il periodo storico in cui vivevano questi poeti a favorire una spiccata sensibilità verso la bellezza della natura.
EliminaMi servirebbe un'indicazione, se tu potessi suggerirmi un testo che celebro'a suo tempo, l'Esposizione di Milano del 1906.
RispondiEliminaIn questa pagina è descritto un libro che se ne occupa specificatamente: http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_libro.aspx?CodiceLibro=1501.107
EliminaSu maremagnum.com è possibile acquistare quest'altro libro che si occupò dell'esposizione nel periodo in cui si svolse: https://www.maremagnum.com/libri-antichi/esposizione-di-milano-1906/147709937
EliminaGrazie, magari provo in sbn. Te l'ho chiesto perche'volevo evitarmi la ricerca, sono veramente impegnata in questo periodo e leggo solo quello che mi serve per studio.
EliminaPrego. Sul sito www.archive.org c'è questo libro scaricabile in vari formati:
Eliminahttps://archive.org/details/lartenellesposiz00ojet
ed altri ancora che trattano dell'esposizione.
In ogni caso da qua a fine settembre spero di trovarla, mi piacerebbe inserirla in una mostra.
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