Penso che nella musica, quella migliore, ci sia qualcosa di unico e, direi, di divino. La musica è l'unica forma artistica che coinvolge esclusivamente il senso dell'udito; se si parla di musica strumentale (dove risulti esclusa la voce umana o, nel caso essa compaia, abbia la sola funzione di strumento musicale), essa non ha bisogno di traduzioni, spiegazioni o cose simili: arriva all'ascoltatore da qualunque luogo provenga (forse anche alcuni animali ne possono apprezzare la bellezza). Non ha importanza, infine, il tipo di musica: ciò che solamente conta, è che sia ben fatta, e che quindi possa suscitare, in chi l'ascolta, forti emozioni. Forse, se Dio esiste, è possibile che abbia conferito all'umanità (ma non a tutta, ovviamente) la possibilità di intercettarlo componendo della musica. Chiudo con una piccola nota: il titolo di questo post non è del tutto esatto (e non è neppure il primo), visto che l'ultimo poeta da me selezionato: Giuseppe Zoppi, è nato, vissuto e morto nel Canton Ticino.
LA MUSICA IN 10 POESIE DI 10 POETI ITALIANI DEL XX SECOLO
MUSICHE DELLA SERA
di Antonio Bruno (1891-1932)
Le musiche d’altri tempi!
Tornano i ricordi simili ad asfodeli in un defunto Eliso
È una marcia funebre
All’orizzonte s’attarda una nebbia violacea sonnolenta
La luna tramonta come una nave stanca che approdi
Tutti i nostri orizzonti furono ofiuscati
Le musiche del nostro passato sono funebri
I nostri giardini defunti Elisi
Cenere ed ombra le nostre alate speranze - Anima
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
(da "Fuochi di bengala", Edizioni de L'Italia Futurista, Firenze 1917, p. 19)
MUSICA
di Giovanni Cena (1870-1917)
Nascesti avvolto da le voci erranti
nelle frondi e su l'acque; e tra le gole
canore che opprimean talor gli schianti
del tuono, emerse il tuo cantico al sole;
e quando venner meno le parole,
i metalli squillarono: con quanti
strumenti il mondo giubila o si duole
moltiplicasti l'onda de' tuoi canti,
Uomo! Così ti levi, inno che domini
l'odio; che accordi la gioia e lo strazio
spiranti verso la serenità.
Così ti comporrai, coro degli uomini,
cantico della terra, e nello spazio
coro degli astri per l'eternità.
(da "Homo", Nuova Antologia, Roma 1907, p. 81)
LA MUSICA CHE ASCOLTO IN PRIMA FILA
di Gian Carlo Conti (1928-1983)
La musica che ascolto in prima fila
nel teatro ducale con le donne più belle
che sporgono dai palchi ingioiellate
mi fa dimenticare che ci sei anche tu
nella sala dorata e che ti ho visto
nell'intervallo più alta delle amiche
e ho incontrato per un istante
i tuoi occhi duri mentre sentivo
il cuore contrarsi nello spasimo d'amore.
(da "Non si ricordano più. Le poesie", Guanda, Parma 1991, p. 115)
MUSICA DI MISTERO
di Olinto Dini (1873-1951)
Odo in questo dolce silenzio un suono
che soltanto l'anima avverte e intende:
un velato suono che sembra d'una tenera voce
che soave langua per troppo amore:
mormorii di spiriti ch'escon lievi
lievi dalle selve e per l'aria vanno misteriosi.
(da "Poesie", Ed. d'Arte Rassegna, Bergamo 1971, p. 173)
MUSICHE
di Luigi Fallacara (1890-1963)
Queste musiche udite sono tempo
che ci giunge così senza figura,
sono le qualità della misura
per cui restiamo immersi dentro il sempre.
Una tua nota si configge là
dove il passato è scorso entro se stesso,
oh l'immobilità di questo adesso,
di cui conosco la profondità.
Mi commuovono i canti un tempo uditi
e poi per sempre dentro me fuggiti
come in un luogo dove ancora esistono,
Là sempre io ricomincio, là ti ho visto
Dio della giovinezza e dell'infanzia;
là sempre io t'oda, nostra lontananza.
[da "Poesie (1914-1963)", Longo, Ravenna 1986, p. 217]
LA MUSICA
di Corrado Govoni (1884-1965)
Musica, lievito del pianto, foce
azzurra della gioia, gran girone
delle vertigini, nero tifone
che dell'anima squassa il mare atroce.
Abisso del colore e della voce,
musica, bianco trasognato alone
della malinconia, ippogrifone
che trasporta nell'isola veloce.
Oh le tastiere candide dei piani
come denti che mastican diamanti
e perle sotto il pulsar delle mani!
Oh i contrabassi, atroci suicidi
che si straccian le viscere fumanti
con paurosi, con orribili gridi.
(da "Gli aborti", Taddei-Soati, Ferrara 1907, p. 74)
MUSICA
di Nicola Moscardelli (1894-1943)
Sopra il ritmo d'un violino
balla il mio cuore, balla il tuo cuore,
quello del mio vicino...
Si aprono le finestre:
quanti fiori,
quanti profumi,
danze, carezze, voluttà...
Rapidità
dell'incanto.
Tu scolorisci gli occhi,
pieghi i ginocchi;
ti senti cadere, svanire,
soffri una pena che non hai.
I giardini dell'anima si schiudono:
piangi lagrime di assenzio,
chiami con voce che non è tua,
ami un cuore che non è tuo...
(da "La veglia", Unione Arti Grafiche, L'Aquila 1913, p. 29)
O MUSICA, SOAVE CONOSCENZA
di Clemente Rèbora (Clemente Luigi Antonio Rèbora, 1885-1957)
O musica, soave conoscenza,
Tanto innaturi l'anima fin ch'ella
Delle imagini vere la più bella
In sua voce ritrova e in sua movenza;
E come a noi perman l'intelligenza
Se vada in labil suono di favella,
Armoniosa in te non si cancella
L'eterna verità mentre è parvenza.
Virtù ti crea che non par segreta,
Ma il ritmo snuda l'amor che discende
Dall'universo a rivelar la meta:
Amor che nel cammino nostro accende
L'inconsapevol brama triste o lieta,
E in te, raggiunto il tempo, lo trascende.
(da "Le poesie", Garzanti, Milano 1994, p. 41)
MUSICA
di Carlo Vallini (1885-1920)
Sovra l’argentea cetera scolpita
ella, ricurva, attentamente morde
col mobil plettro le vibranti corde
in melode dolcissima, infinita.
Poscia, in un'onda pienamente ardita,
ascolta il lungo risonar concorde
delle note trillanti, or alte, or sorde,
ebre d'amore, fulgide di vita.
Grande, intorno, il meriggio. Su l'immenso
conflagrare dei campi sotto al sole,
la messe ondeggia bionda e solitaria;
e pe 'l sole che regna atroce e intenso
nel cielo bianco, va, senza parole,
il canto e quasi sfolgora nell'aria.
(da "Un giorno e altre poesie", Einaudi, Torino 1969, p. 108)
MUSICA
di Giuseppe Zoppi (1896-1952)
Quando l'orchestra impetuosa versa
sulla folla silente un flutto d'oro,
socchiudo gli occhi e m'abbandono al coro
splendido. E la mia vita va dispersa
nel prodigioso fiume che attraversa
le verdi erbe, s'indugia nel ristoro
d'un lago azzurro, spezzasi in canoro
zampillo qual di tinnula acqua tersa.
Ma, oltre il vorticoso rapimento
in cui travolta l'anima veloce
intensamente, acutamente gode;
mi aspetta il gran silenzio, in cui sento,
cessando intorno ogni terrestre voce,
salirmi al cuore, violenta, l'Ode.
(da "La nuvola bianca", L'Eroica, Milano 1923, p. 47)
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Poul Friis Nybo, "Woman playing the piano" (da questa pagina web) |